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La seconda parola significativa: "Bufera"

La seconda parola significativa: "Bufera"

Il ricordo
Martina: "la bufera! È questa la parola! La bufera di neve quando c'è freddo freddo e fuori è tutto bianco…"
Matilde
: "lo sai che c'è anche la bufera di nebbia?... Sì, sì, la bufera di nebbia non fa vedere niente, nè le case, nè la scuola e io per vederci meglio faccio di qua e di là con le mani!"...
Invenzione di storie

La parola "bufera" scatena l'immaginario dei bambini sino a dar vita a numerose piccole storie

La bufera di nebbia
Bufera di nebbiaC'era una volta una città con una bufera di nebbia. Nella città di nebbia i suoi abitanti erano bianchi come i fantasmi e quando si incontravano si davano le testate e quando andavano a dormire non vedevano il letto e quindi dormivano per terra. Inciampavano e cascavano per terra: non vedevano niente, poveretti! Erano tristi e quando mangiavano loro non vevdevano niente e quindi non mangiavano… mangiavano nebbia… ma poi, per fortuna che arriva il vento Matteo che spazza via la nebbia, che fa vedere il sole!

La bufera di colori
Bufera di coloriC'era una volta il vento Matteo che arrivò al Malaguzzi, la nostra scuola dell’infanzia, e fece una bufera di colori, pitturò tutte le facce, colorò tutta la scuola, poi il vento spazzò via i colori che andarono sulle nuvole, i colori colorarono anche l'aria ma lei non era molto contenta perché è bianca e grigia… la pioggia colorò la strada e tutti dissero: "Uh! Che bella strada colorata!"
Poi c'era dell'altra gente che diceva: "La mia macchina è tutta colorata di verde e di rosso!" e si misero a pulire con uno straccio anche tutta la strada e spendevano lacrime di sudore, erano molto affaticati perché la strada era lunga da Modena a Milano, a Torino e arrivava fino a Cefalù!

La bufera di lettere
Bufera di lettereUn giorno il vento Matteo arrivò in un libro, ci soffiò sopra e spazzò via tutte le lettere. Le lettere volano via… sui tetti delle case e anche sulle macchine. Un signore che passava di lì mentre c'era la bufera, aprì la bocca per parlare e se le mangia. Anche gli altri le mangiano e dopo tutti parlano in un modo strano… hanno tutte le parole strane che escono dalla bocca e non si capiscono mica tanto. Allora si arrabbiano e quando si incontrano fanno una battaglia, senza le armi, ma con le lettere che c'erano in giro: prendevano la "A" e se la davano in testa; la "O" serviva per intrappolare i nemici; la "M" era uno scudo e la "I" una spada. Però il vento Matteo si stancò della battaglia e fece una magia e le lettere tornarono nei libri e anche la voce tornò come prima.

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