di Daniela Guerzoni
Il  nostro corpo possiede una capacità comunicativa che precede la lingua fatta di  parole.
Vocalità  e gestualità lavorano insieme per costruire messaggi perfettamente  comprensibili anche se prelinguistici.
L’ascolto  e l’identificazione della sonorità in tutte le sue declinazioni, così come  l’attenzione al linguaggio dei gesti, contribuiranno ad offrire ai bambini una  vastità ed una varietà di strumenti espressivi e interpretativi di cui nemmeno  l’universo linguistico in senso stretto potrebbe fare a meno.
La  comunicazione, infatti, non è mai soltanto e strettamente linguistica. È  piuttosto l’intreccio di queste variabili combinate assieme che ne fa un fatto  completo e comprensibile, tanto che ogni assenza produrrebbe una lacuna, o una  distorsione, nell’efficacia comunicativa.
Vocalità  e gestualità non vanno considerate in termini evolutivi. È vero che queste e  altre dimensioni, come l’espressione e la mimica, fanno la loro comparsa molto  prima dello specifico linguistico, ma non lasciano mai il posto alla lingua,  piuttosto la accompagnano nel suo evolversi e svolgono una grande funzione  comunicativa anche nella vita adulta.
Inoltre  va sottolineato il fatto che queste dimensioni, se opportunamente coltivate,  possono tradursi in un proprio corrispettivo culturale: poesia, musica, teatro.
La  poesia, infatti, gioca e si struttura proprio sulla vocalità: rime, assonanze,  parole che “suonano” tra loro… mentre  la musica porta la ricerca vocale alle sue estreme conseguenze. Lo stesso  accade con la gestualità. Ci sono segni che sono costanti e quasi universali:  di saluto, di amicizia e ostilità. I bambini, durante il loro percorso di  crescita, attraversano questi territori anche se inconsapevolmente.
Ripercorrerli  con intenzionalità permetterà loro di inoltrarsi in uno spazio assolutamente  interessante, una zona di ricerca paragonabile a veri e propri percorsi  teatrali o musicali.
D’altro  canto l’universo linguistico è fatto di segni completamente autonomi rispetto a  ciò che significano. Sono segni vocali, strettamente collegati al nostro  apparato vocale da un lato e al contesto culturale dall’altro.
Il  nostro apparato fonetico ci permette di emettere la ricchezza dei suoni di una  o più lingue, ma noi impariamo la lingua dai nostri nonni, dai nostri genitori…  quindi il nostro apparato vocale si adegua all’ambiente culturale di cui fa  parte, si struttura su questo e diventa poi tendenzialmente statico,  cristallizzato nel tempo.
Questo  aspetto di possibile depauperamento sonoro che richiama in gioco la Vocalità, anche se in  termini diversi rispetto a quanto si diceva prima, può rappresentare un utile  terreno di lavoro, in particolare proprio nella Scuola dell’Infanzia, dove  l’età dei bambini consente di intervenire su di un universo sonoro ancora molto  ricco di possibilità.
In  questo capitolo presenteremo varie e diverse esperienze: dalle più semplici,  alle più complesse, sino ad inoltrarci nelle ricerche più avanzate che  interessano aspetti culturali come quelli citati.
I  giochi davanti allo specchio per accorgersi di come si muove e si articola il  nostro apparato fonatorio quando emettiamo vocali e consonanti;  l’ascolto di più lingue e dialetti per  coglierne diverse e specifiche sonorità; l’ascolto di musiche e poesie per  avvicinare i bambini alla produzione culturale di riferimento; la lettura di  vignette e fumetti per interpretare anche gesti ed espressioni… contribuiranno alle scoperte consapevoli dei bambini, utili  sia a momenti di riflessione sulla lingua come convenzione sociale, che alla  scoperta dello stretto rapporto tra oralità e scrittura: la lingua infatti è un  universo sonoro, ma fatto di lettere scritte (!)
Le  esperienze che seguono si inoltrano in questi possibili percorsi vocali e  gestuali : ogni esperienza metterà in rilievo, di volta in volta, aspetti  diversi dello stesso tema.
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