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Grammatica e sintassi > La descrizione
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La descrizione

Il problema di come fa la lingua a farci vedere le cose, è quello che incontriamo quando ci troviamo di fronte a una descrizione. La descrizione, fatta di parole, frasi, verbi, etc. è quel processo che, infatti, permette di vedere attraverso la lingua; con quali parole, con quali metafore, aggettivi, avverbi e predicati, è ancora tutto da scoprire per i bambini della prima e seconda infanzia. Nell'affrontare il tema della descrizione ci troveremo a fare i conti anche con aspetti percettivi, non solo grammaticali e sintattici, come: capire il rapporto tra vedere e non vedere... cosa è importante vedere e ciò che non serve e resta sullo sfondo etc. La parola d'ordine è selezionare, perché la lingua è in grado di farci vedere pur dicendoci pochissimo.

Per esempio, quando chiediamo ai bambini di fare il ritratto linguistico di un amico, i bambini tenderanno a fare un elenco sterminato. Da quest'elenco noi dovremmo partire per estrapolare quei pochi elementi che servono per rendere la descrizione veramente efficace, selezionando e individuando, appunto, parole-chiave su cui ragionare.

Potrebbe essere interessante un lavoro accompagnato da un fotografo (un nonno, un papà, l'insegnante stessa e, perché no, anche i bambini in un secondo tempo!) che aiuti i bambini a capire, ad esempio, come si fa un ritratto perché sia un buon ritratto; oppure come si fotografa un ambiente per renderne alcuni aspetti e non altri… ad esempio fotografandone un solo particolare: un ramo, una foglia, un pezzo di cielo, o la profondità di una conchiglia.

A partire da queste immagini è possibile ragionare coi bambini e chiedersi: cosa ha dovuto fare il fotografo? Che messaggi ci dà quella foto rispetto ad altre? Cioè aiutare i bambini a comprendere che, anche una fotografia che sembra ovvia, è in realtà un prodotto sofisticato che seleziona e individua ciò che serve, proprio come fa la lingua.

Potremmo, inoltre, chiedere ai bambini di abbozzare ciò che vedono durante la lettura; o di giocare a comporre e scomporre immagini date. Si tratta di mettere in campo una o più operazioni didattiche utili alla comprensione di come si forma "un'immagine linguistica", sia che si tratti di un ambiente che di un ritratto.

Nei ritratti descrittivi, possono rientrare non solo gli elementi fisici, ma anche le abitudini e i comportamenti, se questi servono a farci capire le caratteristiche di una certa persona. In questo caso non si parla più soltanto di tratti visivi, ma di aspetti di tipo etico che riguardano il carattere (essere testardi, timidi, dolci…) e, in questo caso, c'è tutto un lessico da andare a scoprire. Ne deriva un'esplorazione dei campi lessicali di grande interesse.

In alcuni testi gli aspetti descrittivi sono da ricercarsi tra le righe. La descrizione può essere cioè sparsa quasi in modo invisibile, ma terminata la lettura noi "abbiamo visto". In questo caso si potrebbe giocare a " individuare e riunire la descrizione".

In altri casi invece si tratta di "blocchi descrittivi" che interrompono la narrazione: cioè l'autore sospende il racconto per fermarsi a descrivere, quando questo ha un senso. In questo caso, partendo da una descrizione isolata (es. un giardino, una casa…), è possibile arrivare alla produzione di una storia (chi ci viveva, perché, come…).

Quando ci si vuol cimentare nel produrre una descrizione, è bene ricordare che essa è sorretta da strutture linguistiche importanti:

 

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