Sezione 5 anni
 
  Halloween  e la festa con l’insegnante di Lingua Inglese, hanno messo a fuoco il tema della paura. Scheletri, streghe, gatti neri,  pipistrelli  hanno riempito la sezione e,  unitamente agli oggetti sono comparse anche le parole della paura. Questa volta le parole paurose non vanno riposte nella Banca delle parole come sempre. Vengono  riposte, invece, in una zucca opportunamente intagliata anche nella calotta, il  che permette di aprirla e chiuderla come una scatola: Parole nella zucca.  La zucca si riapre ogni volta che un bambino  scova una nuova parola paurosa.
    Le  parole che vengono in mente ai bambini sono, naturalmente, tutte riferibili  agli oggetti e ai personaggi di Halloween, dei fumetti, delle storie.  Inizialmente si tratta di elenchi: strega, vampiro, scheletro, etc. Poi i bambini,  quasi senza accorgersene, cominciano a denotare con aggettivi, o addirittura ad  accompagnare con intere frasi gli animali o mostri che nominano: un coccodrillo con la bocca aperta tutta  piena di dentacci; un fantasma bianco con quattro occhi; un ragno nero con gli  occhi grandi, bianchi, rossi e gialli… e così via.
    Ogni  personaggio o animale nominato e ben connotato viene disegnato, pronto per  essere introdotto nel Libro degli indovinelli che era l’obiettivo di  partenza di tutto il lavoro. L’obiettivo linguistico è invece da ricercarsi  nella capacità dei bambini di descrivere selezionando gli aspetti principali,  quelli che proprio non si possono tacere. Il procedimento è dunque quello di  imparare ad asciugare, per ottenere descrizioni non prolisse, né  insignificanti, ma efficaci.
    È  forse la richiesta più difficile che le insegnanti si siano trovate ad  affrontare. Mentre per ampliare le descrizioni basta l’intervento dei  compagni, qualche oggetto, un’immagine, un po’ di immaginazione…per asciugare  e selezionare occorre ben altro. Innanzitutto i bambini non ne sentono la  necessità. La prima cosa da fare allora, sarà renderli consapevoli del fatto  che il loro racconto è troppo lungo  per “tenere e mantenere” l’attenzione  dei compagni. Ma anche raggiunta questa consapevolezza non è facile per loro e,  a volte, non lo è nemmeno per noi adulti (!) capire cosa è necessario togliere e cosa è necessario lasciare, affinchè quella descrizione risulti efficace. Spesso le discussioni non bastano, soprattutto se lavoriamo con bambini più  piccoli (la sezione dei quattro anni e forse anche il primo semestre dei  cinque). Per questo motivo le insegnanti si sono spese ad inventare giochi o  proposte ludiche che in qualche modo obblighino i bambini a questa operazione. Il Gioco degli Indovinelli va in  questa direzione e altri potremo vederne in seguito.
    Tornando  alla nostra esperienza, la prima fase di ricerca parte proprio dai disegni  realizzati dai bambini, che vengono mostrati e raccontati agli altri. Sarà il  personaggio stesso a descriversi e a formulare l’indovinello in prima persona.
    Vediamone  un esempio.
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