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LA LETTURA IN ETÀ PRESCOLARE .
Indicazioni di metodo1

di Yahis Martari

1. Introduzione

In queste note ci prefiggiamo il compito di condurre una riflessione sulla lettura in età prescolare, individuando alcune indicazioni fondamentali per la didattica della lettura rivolte agli insegnanti della scuola d'infanzia. Semplicemente alcuni punti fondamentali su cui insegnanti, educatori e genitori possano fare riferimento.
Lo faremo dialogando con la vasta letteratura sull'argomento, che spazia da Daniel Pennac, con i suoi "diritti del lettore"2, a Giuseppe Pontremoli, Paola Mastrocola, Antonio Faeti o Roberto Denti3, che hanno scritto libri ricchissimi di riflessioni sul leggere, preziosi e suggestivi. Ma anche con i moltissimi studi specialistici che, in tutte le discipline, mettono a tema l'alfabetizzazione alla lettura nell'età scolare e prescolare, dalla pedagogia4 alla storia culturale5.

Faremo, pure in modo molto schematico, una serie di considerazioni che riassumiamo qui, in apertura. Forniremo:

 

2. Leggere a viva voce

Tutti i suggerimenti che abbiamo elencato sono accomunati da un solo denominatore comune che rende possibile la loro messa in pratica: occorre creare un atteggiamento verso la lettura che accolga il libro nella triplice veste di patrimonio, sfida e regalo.
Patrimonio, nella misura in cui esso sia percepito non come un vecchio utensile dell'educazione alfabetica, destinato a essere presto o tardi soppiantato dalla cultura digitale, ma come un medium che ha subito considerevoli variazioni nel tempo, ma che identifica sempre nel modo più limpido la pratica del leggere.
Sfida, poiché è forse arduo ma non impossibile porre in dialogo la lingua e i suoi supporti più tradizionali con altri strumenti e altri codici, soprattutto per ciò che concerne i nuovi orizzonti digitali.
E, infine, leggere come regalo; ovvero il libro deve conservare un aspetto suggestivo e affascinate di mediatore culturale ed emozionale; così da superare, anche come presupposto per l'età scolare, la sua natura "funzionale" a un contesto unicamente educativo o informativo.

Per i bambini il primo contatto con il libro, inteso come artefatto che supporta codici iconici e linguistici, è mediato dall'intervento dell'adulto che leggendo trasforma la scrittura in vocalità. Se l'indicazione generale, la cornice, diciamo, è che il libro sia presentato come una ricchezza e come un dono, la prima indicazione operativa è la valorizzazione della lettura a viva voce. "L'uditore bambino, ma anche quello più grande, segue il fluire della voce e ha molte ragioni per restare affascinato. Perché la voce è la storia stessa che si fa e che si dipana piano piano, e ogni storia è un richiamo a penetrare in un mondo, e ogni mondo un teatro di avventure possibili. E poi perché la voce incanta con il suo ritmo, così come tutti i ritmi del mondo sanno incantare. L'apparente paradosso di tale inizio è dunque che l'incontro con la pagina scritta avviene nell'orizzonte dell'oralità".6
Quando si parla di leggere a voce alta, la mente di chi non frequenta questa pratica corre subito all'esercizio dell'attore o dell'oratore. Ma il lavoro dell'insegnante e del lettore non implica affatto la preparazione dell'attore. Non è la mimesi della voce che "diventa" personaggio, ma la resa suggestiva del lettore che, rimanendo se stesso, conduce l'ascoltatore nell'universo di senso del libro. Il che significherà non tanto un'attenzione all'esattezza della grana della voce che interpreta i singoli personaggi con dovere di somiglianza a quella del personaggio narrato, quanto piuttosto il suggerimento di queste caratteristiche. Lontano dalla ricerca estetica dell'attore, il lettore, nel contesto didattico, non fa il testo, ma si limita a indicarlo . Saranno allora sufficienti:

 

 


1 Le idee di questo testo, presentate in forma e ordine molto differenti, sono state espresse in «Come un decalogo. Indicazioni per la lettura nella scuola dell'infanzia», in Infanzia , 4, 2011, pp. 252-256.
2 D. Pennac, Come un romanzo , tr. it., Feltrinelli, Milano, 1993.
3 G. Pontremoli, Elogio delle azioni spregevoli , L'ancora del Mediterraneo, Napoli, 2004; R. Denti, Lasciamoli leggere. Il piacere e l'interesse per la lettura nei bambini e nei ragazzi , Einaudi, Torino, 1999; P. Mastrocola, La scuola raccontata al mio cane , Guanda, Parma, 2004; A. Faeti, I diamanti in cantina. Come leggere la letteratura per ragazzi , Bompiani, Milano, 1995.
4 Una bibliografia minima e indicativa, anche se forse un po' disordinata, a riguardo, per ciò che concerne il panorama italiano, deve sicuramente comprendere Testo e contesto. La lettura tra scuola e extrascuola , a cura di V. Gherardi, ETS, Pisa, 2005, F . Frasnedi, La lingua le pratiche la teoria , Clueb, Bologna, 1999, A . Colombo, Leggere: capire e non capire , Zanichelli, Bologna, 2002, L . Ferrieri, P. Innocenti, Il piacere di leggere: teoria e pratica della lettura , Unicopli, Milano, 1998, Leggere prima di leggere. Infanzia e cultura scritta , a cura di R. Cardarello e A. Chiantera, La Nuova Italia , Scandicci, 1989, S. Blezza Picherle, Leggere nella scuola materna , La Scuola , Brescia, 1996 e ID., Diventare lettori oggi. Problemi e prospettive educative , Libreria Editrice Universitaria, Verona, 2007.
5Cfr. ad esempio W.V. Harris, Lettura e istruzione nel mondo antico , tr. it., Laterza, Roma, 1991.
6 F. Frasnedi, La lingua le pratiche la teoria , cit., p. 35.
7 Abbiamo fornito indicazioni pratiche per la lettura a viva voce in Y. Martari, Le voci della lingua. Problemi e percorsi di didattica dell'italiano , Editori Riuniti, Roma, 2006, pp. 151sgg.
8 Su questo tema e per altre indicazioni cfr. anche R. Valentino Merletti, Leggere ad alta voce, III ed., Mondadori, Milano, 2000.


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