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Introduzione > Documentare la nostra buona scuola
 
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DOCUMENTARE LA NOSTRA BUONA SCUOLA
esperienze, progetti, competenze a disposizione della città

di Adriana Querzè 1

La città di Modena vista dai bambini

Il Comune di Modena da sempre investe sulle proprie scuole dell'infanzia ma, soprattutto, sui propri insegnanti, principali protagonisti della ricerca educativa, dell'innovazione, dei rapporti con i genitori e con la città oltre che della costruzione di quegli ambienti educativi e di apprendimento nei quali i nostri bambini crescono ed imparano.

Questo investimento si fonda principalmente sulla formazione, organizzata secondo modalità diverse: lezioni frontali, approfondimenti tematici, laboratori, tutoring di insegnanti esperti. Anche i contenuti sono diversificati e prevedono temi di cultura generale, approfondimenti disciplinari, progettualità educativa, organizzazione e gestione della sezione, routines.

Oltre alla formazione diretta, esiste un'altra insostituibile modalità di supporto alla professionalità dei docenti: il rapporto costante con i coordinatori pedagogici. Esso si traduce, a volte, in quella particolare forma di sapere esperto che consiste nella capacità di situare le conoscenze formalizzate nel campo delle scelte didattiche quotidiane.

In una concezione allargata e complessa della formazione dei docenti uno spazio rilevante è infine riservato alla documentazione che rappresenta uno dei più efficaci processi di riflessione sulla esperienza didattica e di sua formalizzazione.

L'atto del professionista riflessivo che documenta ha molteplici significati. Il primo è senz'altro quello di  guardare da lontano l'esperienza fatta, come da lontano, nello spazio e nel tempo, si sono guardate le straordinarie esperienze sulla lettura contenute in questo ipertesto, e quindi apprezzarne caratteri, forse non colti nell'impegno dell'agire quotidiano. Documentare consente inoltre di elaborare, grazie a una sorta di oggettivazione dell'esperienza data da questa distanza temporale, spaziale, a volte emotiva, altre idee, connessioni, piste di lavoro, contaminazioni.

Nel caso di questa particolare forma di documentazione, l'esperienza diventa una sorta di rete di esperienze e progetti, connessa a sua volta a reti più ampie: quella degli approfondimenti che sono stati inseriti come supporti teorici al fare; quella degli ambiti limitrofi al tema centrale della lettura; quella delle produzioni grafiche dei bambini, della riflessione sulla lingua, delle attività motorie, ritmiche, fonologiche…

L'ipertesto quindi è un oggetto cognitivo leggibile a diversi livelli di approfondimento e fruibile per differenti scopi.

A noi piace pensare che sia anche la traccia viva e continuamente ampliabile del sapere che i nostri insegnanti e i nostri coordinatori pedagogici  mettono a disposizione dei bambini di Modena; il segno della passione che li anima nella ricerca di modi  sempre nuovi di avvicinarsi al mondo, anche a quello immateriale ma affascinante delle parole, e di restituirlo con la freschezza della scoperta linguistica di un bambino.

In questo lavoro prezioso e spesso sconosciuto sta il valore intrinseco di un percorso di accompagnamento al diventare grandi  che è qui, in piccola parte, documentato e di cui  la città non potrà dimenticarsi.

 


1 Adriana Querzè è pedagogista; dal 2004 al 2014 è stata Assessore all'Istruzione, Politiche per l'Infanzia e l'Adolescenza, Rapporti con l'Università, presso il Comune di Modena.

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