Dopo un tempo lungo di prove ed errori, di personaggi scelti  e scartati; di interviste fatte e rifatte, ecco che i testi sono pronti ed ecco  che diventa improvvisamente possibile riscrivere l’intera storia con gli  aggiustamenti e gli ampliamenti che i racconti dei bambini sono in grado di  regalarci dopo un'accurata selezione fatta assieme dei “pezzi” migliori. 
    Riportiamo  l'intera storia riscritta dai bambini e dall'insegnante, mettendo insieme i  brani del testo e i racconti dei diversi personaggi presenti nella storia e  interpretati dai bambini.
    Ogni  racconto è stato ricavato col metodo dell' intervista di cui prima riportavamo  esempi. In questo caso le interviste vengono tralasciate, ma va sottolineato  che i testi così ricchi, completi e assolutamente comprensibili e coerenti,  sono il frutto di mille domande e di mille risposte, opportunamente ricomposti  dall'insegnante stessa nel pieno rispetto delle parole dei bambini (vedi La Co-costruzione di un testo).
  
    
      | Ciao,  
 La signora Giovanna, mamma di Giovanni
 io sono la signora Giovanna, la mamma  di Giovanni. Lo sapete che il mio bambino che si chiama Giovanni, è molto  distratto?
 E adesso vi racconto la storia del mio bimbo Giovanni.
 C’era una volta il mio bimbo che si  chiamava Giovanni, è allegro e gli piace uscire tanto, però è tanto distratto e  non pensa a sé.
 Io allora, delle volte, non sono  tranquilla…lo guardo dalla finestra e quando vado a stendere fuori in balcone e  poi non lo vedo più, dico: "Cosa farà il mio Giovanni?
 Speriamo che fa il bravo  e non perde i pezzi… che non attraversa la strada guardando in aria e può  inciampare se c’è un sassolino e se c’è una macchina che lo schiaccia!"
 Tutte le volte che ritorna perde i  pezzi e io ce li devo aggiustare con la colla e il filo e l’ago e faccio tanta  fatica. Uffa!
 Ma non mi arrabbio. Gli do un bacio e  gli dico: “Questa volta sei stato bravo, ma devi farlo di più”.
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      | -Mamma, vado a fare una passeggiata. 
  
 Giovanni-Va pure Giovanni, ma stai attento  quando attraversi la strada
 -Va bene mamma. Ciao mamma.
 -Sei sempre tanto distratto.
 -Sì mamma. Ciao mamma.
 Giovannino esce allegramente e per il  primo tratto di strada fa bene attenzione. Ogni tanto si ferma e si tocca.
 -Ci sono tutto? Sì- e ride da solo.
 È così contento di stare attento che  si mette a saltellare come un passero, ma poi s'incanta a guardare le vetrine,  le macchine, le nuvole, e per forza cominciano i guai. Un signore , molto  gentilmente lo rimprovera:
 -Ma che distratto, sei. Vedi? Hai già  perso una mano.
 -Uh, è proprio vero. Ma che distratto  sono.
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 La mano di GiovanniSono la mano di Giovanni, che quando  stava correndo nel bosco mi ha perduto. Io dicevo “aiuto, aiuto… voglio tornare  a casa…” volevo che qualcuno mi prendesse… che mi prendesse un amico di Giovanni  e mi “spendesse” a casa di Giovanni!…
 Quando ero a casa di Giovanni ho saputo  che oggi i suoi amici vengono a fare una gita nel bosco e io gli dico “amici di  Giovanni, sono qua sotto!” Io urlo forte, così mi prendono e mi portano a casa  sua. Io ho avuto tanto paura nel bosco da sola… Se c’era un lupo correvo! Oppure  facevo come un ventaglio e volo via.
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      | ..si mette a cercare la mano e invece  trova un barattolo vuoto. Sarà proprio vuoto? Vediamo. E cosa c'era dentro  prima che fosse vuoto?. Non sarà mica stato sempre vuoto fin dal primo  giorno… | 
    
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 Il signor BarattoloSalve, sono il signor Barattolo di Coca Cola e vi racconto  di Giovanni.
 Un bel giorno mi sono trovato nella discarica, mi hanno  buttato via perché non ero più pieno di Coca Cola e per non far tagliare il  loro bimbo, i genitori mi hanno buttato in questa immensa discarica. Ho deciso  di scappare dalla discarica e ho incontrato Giovanni proprio vicino alla sua  casa. Voleva riempirmi di Coca Cola e bermi di nuovo…ma per fortuna la sua  mamma mi ha salvato, perché ha detto “Giovanni, la Coca Cola si beve a  cena! E se ne resta un po’ è per il papà!” Quando ho incontrato Giovanni gli  mancava un braccio e una gamba, perché se li era persi per la strada e una  giovane signora e un garzone del fornaio glieli hanno raccolti e portati. E la  sua mamma diceva: “Oh povera me! Perde i pezzi perfino quando va alla  discarica…”
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      | Giovanni si dimentica di cercare la  mano, poi si dimentica anche del barattolo, perché ha visto un cane zoppo… | 
    
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 Il cane zoppoIo sono il cane zoppo e mi chiamo  Polly…e, quando ero al parco con Giovannino, mi ha preso e mi ha tagliato  questa gamba, perché nel pollice mi aveva punto una zanzara e mi ha portato  dalla sua mamma. La sua mamma ha detto: “Ehi Giovannino, non fare più quelle  cose!”
 Giovanni è monello e un po’  “disastrone”. Mette in disordine la sua camera e poi fa riordinare a me! Io mi  sono stancato e ho deciso di scappare. Sono scappato nel bosco o nella foresta,  perché intanto Giovanni era diventato un papà e pensavo di non essere più il  suo cane. Ho preso il suo quadro di quando era piccolo e non mi sono più dimenticato  di lui. Un giorno sono tornato e lui mi ha detto “puoi stare con me tutti i  giorni e gli anni” Il mio cuore era “battissimo”, cioè… forte, forte. Poi mi  hanno comprato i miei croccantini preferiti.
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      | …ed ecco che per raggiungere il cane zoppo prima che volti  l'angolo perde tutto un braccio… | 
    
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 Il signor BraccioMi chiamo signor Braccio e di cognome,  Ravezzi. Sono il braccio di Giovannino e, mentre saltellava nella strada, ha  sbattuto il braccio sul vetro di una macchina e io sono volato via come  l’elicottero nel pattume e alla fine mi ha trovato e non riusciva a mettermi.  È andato a casa e la mamma mi ha messo una molla arrotolata, che si infilava  nel braccio. Poi anche la colla.
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      | Ma non se ne accorge nemmeno, e  continua a correre. Una buona donna lo chiama: -Giovanni, Giovanni il tuo  braccio! Macchè non sente.
 -Pazienza-dice la buona donna- Glielo  porterò alla sua mamma.
 E va a casa della mamma  di Giovanni.
 -Signora, ho qui il braccio del suo figliolo.
 -Oh quel distratto. Io non so più cosa fare e cosa dire.
 -Eh si sa, i bambini  sono tutti così.
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      | Buongiorno, sono la signora Martina,  sono la "buona donna". Ero sul marciapiede. Stavo andando al  negozio a comprare una borsetta. Ho trovato il braccio di Giovanni… lo conoscevo  dal pezzo di maglietta… L’ho pestato un pochino e sentivo “croc croc” Ho pensato  di portare il braccio dalla mamma di Giovanni e poi abbiamo preso il caffè.
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      | Dopo un po' arriva un'altra brava donna. -Signora, ho trovato un  piede. Non sarà mica del suo Giovanni?
 -Ma si che è suo, lo  riconosco dalla scarpa col buco. Oh, che figlio distratto mi è toccato. Non so  più cosa fare e cosa dire .
 -Eh, si sa, i bambini  sono tutti così.
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 Il signor ScarpaBuongiorno, sono il signor Scarpa… Giovanni mi ha fatto un  buco, perché frena sempre con la punta e mi ha fatto un buco. Sono una scarpa chiusa,  di cuoio, con le rotelle sotto e mi posso allungare un pezzo per fare gli  stivali…Nella mia vita di scarpa… vorrei dare dei calci a uno zuccone come  Giovanni! Lui mi ha comprato perché ero bella..mi trovavo nel mobile delle  scarpe più belle, ero appoggiata al mobile e l'altra era dentro la scatola. Non  ero felice quando mi ha comprata, neanche un po', perché avevo capito che era  un cattivo! Così cattivo che anche mi sbatteva contro un albero!
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      | Dopo un altro po' arriva una vecchietta, poi il garzone del  fornaio, poi un tranviere e perfino una maestra in pensione, e tutti portano  qualche pezzetto di Giovanni: una gamba, un orecchio, il naso. -Ma ci può essere un ragazzo più distratto del mio?
 -Eh, signora, i bambini sono tutti così.
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      | Sono la gamba di Giovanni e mi ha perso nel bosco. Ero  andata a fare una passeggiata nel bosco. Lui stava correndo, ha inciampato nel  sasso grosso. “Ho piegato tanto” e mi sono staccata… mi ero anche spaventata,  perché ho visto i lupi cattivi che mi volevano mangiare. Io ho combattuto e  sono morti subito… gli ho dato dei calci col piede sulla guancia e subito sono  morti. | 
    
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 Il naso di GiovanniSono il garzone del fornaio e mi chiamo Dennar e stavo  consegnando del pane perché me l'hanno chiesto, ma poi in mezzo alla strada ho  visto un naso. Se mi vedeva un vigile a raccogliere un naso! 100 Euro di  multa!!!
 Il vigile non se n' è accorto, perché parlava con un signore  e quindi l'ho preso… ho detto: “Oh Dio me!”… mi sono spaventato. Ho pensato  di riportarlo alla mamma di Giovanni. Ho visto Giovanni che saltellava sulla  strada e si è staccato il naso e l'ha perso. L' ho messo nel bagagliaio e l'ho  portato alla mamma di Giovanni e mi ha detto che è proprio distratto, che ha  perso una mano e un naso.
 
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      | Ciao, sono io il naso di Giovanni. Giovanni è venuto dal  fornaio e io sono caduto e non si è accorto di avermi perso. Mi sono staccato  perché ha sternutito tanto forte e sono caduto. Ero triste, volevo Giovanni, mi  mancava! La mano del garzone mi ha raccolto e mi ha portato dalla  mamma di Giovanni, che mi ha riattaccato… e tutti felici e contenti!
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      | Finalmente arriva Giovanni, saltellando  su una gamba sola, senza più orecchie, nè braccia, ma allegro come sempre,  allegro come un passero, e la sua mamma scuote la testa, lo rimette a posto e  gli dà un bacio. -Manca niente, mamma? Sono stato bravo,  mamma?
 -Sì, Giovanni, sei stato proprio bravo.
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  Come  si può vedere la storia non è stata colta nel suo significato più profondo, e  cioè per la  metafora che in effetti è.  Distrarsi sino a “perdersi” a favore di un attaggiamento curioso verso  la cose del mondo è una scelta personale ed educativa molto precisa su cui si  potrebbero aprire grandi dibattiti, sia coi bambini, che coi genitori.  L'esperienza per ora si ferma qui. Nulla toglie che la si possa riprendere  ritornando ancora su questi aspetti, fondamentali nella condivisione di un  Progetto Educativo con le famiglie.
  
    …io  gli avrei proprio dato una carezza
      …io  lo avrei sgridato poco, ma gli avrei insegnato perché non si può perdere le  parti così! Dopo non puoi più prendere il cucchiaio o le forbici o i colori per  disegnare…
      …io  direi “vai a letto a pensare che è stato distratto e perdi tutto” (!)
      …ma  non è birichino, solo sbadato che perde tutto
      …no,  deve andare in punizione in camera sua, perché se nessuno gli portava le cose  del suo corpo, poi non sapeva come fare!
      …è  una storia così che finisce bene, ma se nessuno gli portava a casa qualcosa,  lui rimane così, che non riusciva a fare niente: non sentiva, non respirava,  non usava tutte e due le mani e aveva solo una gamba. Guarda che a camminare  con una gamba sola si stanca eh? Non poteva vivere così!
      …ma  io avrei finito la storia così lo stesso, perché l'ho visto e sono felice pure io… tanto  il suo corpo è stato trovato da persone generose
      …se  no saltellava su una gamba sola per tutta la vita!