A volte è l’insegnante, a volte sono i compagni a condurre l'intervista . L’obiettivo rimane lo stesso: chiedere informazioni e sostenere la narrazione del personaggio in questione, interpretato di volta in volta da un compagno diverso. Vediamone alcuni esempi.
Le  domande dell’insegnante sostengono la narrazione coerente dei bambini, oltre  che la completezza del pensiero espositivo che diviene  esplicito e dunque visibile a tutti.
    Processi  importanti senza dubbio, ma è pur sempre vero che le domande troppo frequenti e  troppo dirette rischiano di  indirizzare e suggerire le risposte, negandoci l’accesso alle vere competenze  narratologiche e linguistiche dei bambini e al loro punto di vista. 
    Quindi  l’intervista dell’insegnante ha un senso soltanto all’interno di un  percorso,  una tappa, in cui l'insegnante si offre come modello da imitare per un  prossimo futuro. 
La mamma di GiovanniIns. prova tu Anna a far finta di essere la mamma di Giovanni. Potresti cominciare con … "Ciao, io sono…"
…io sono la signora Giovanna, la mamma di Giovanni, che è molto distratto e adesso vi racconto la sua storia. “C’era una volta il mio bimbo Giovanni…”
Ins. prova a raccontarci com’è questo tuo bambino…
…è un bambino allegro e gli piace uscire tanto, però è tanto distratto che non pensa a sé
Ins. e tu, come mamma, come ti senti quando Giovannino esce? Cosa fai? Cosa pensi?
…io allora, delle volte, non sono tranquilla. Lo guardo dalla finestra e quando vado a stendere fuori in balcone e non lo vedo più e dico “cosa farà il mio Giovanni? Speriamo che fa il bravo e non perde i pezzi!”
Ins. che cosa ti fa più paura?
…che non attraversa la strada guardando in aria e può inciampare se c’è un sassolino e se c’è una macchina, lo schiaccia!
Ins. quando Giovanni torna a casa, com’è?
…sempre coi pezzi persi!
Ins. e tu allora cosa pensi? Cosa fai?
…io ce li devo aggiustare i pezzi…con la colla e con il filo e l’ago e faccio tanta fatica …uffa! Poi gli dico: “non farlo più!”
Quando i bambini cominciano a capire cos'è e come funziona  un'intervista, cominciano anche ad utilizzarla direttamente come utile  strategia per comprendere meglio il racconto di un compagno o per ampliarlo, o,  ancora, per suggerire il proprio punto di vista. Le domande diventano via via  sempre più adeguate e pertinenti e il pericolo di “mettere parole in  bocca” a chi sta raccontando si allontana sempre di più. I bambini hanno  tra loro rapporti simmetrici  e  questo  permette loro di discutere in  modo paritario, di accettare o meno un suggerimento, e, perché no, anche di  lasciarsi influenzare.
    Influenzarsi   reciprocamente  è un processo  positivo che permette ai bambini di suddividere il carico ideativo e di  scoprire la ricchezza di un testo “costruito assieme”.
    Le domande e gli interventi dei compagni, anche se meno  precise e coerenti rispetto a quelle dell'adulto, mantengono l'ottica dei  bambini, il loro modo di intendere e vedere il mondo, le relazioni, gli  accadimenti… allontanando il pericolo di sovrapposizioni adulte quanto mai  rischiose. 
    Tutto  questo non significa togliere un ruolo all'insegnante, anzi ! Ma le si  richiede   un intervento  sempre più mirato e sofisticato e un  sostegno continuo sia nei confronti del  narratore, che  degli intervistatori che stanno imparando facendo.
    Le  domande dell'insegnante funzionano come mediazione tra il narratore e gli  intervistatori, tra la narrazione e la coerenza con la storia originale.
Un esempio di intervista condotta dai compagni:
Il cane zoppoGiulia: salve, sono il cane zoppo… bau, bau, bau
…
Ins. nessuno vuole chiedere al cane come mai è diventato zoppo?
…cosa fai cane zoppo?
…perché sei zoppo?
Ins. si, raccontaci cosa ti è successo?
…ti hanno forse tagliato una gamba?
Ins. hai sentito Cane zoppo?? Hai perso la gamba o te l'hanno tagliata?
Giulia: mi sono persa una gamba… me l’hanno tagliata
…
Ins. avete sentito bambini? Chi l'avrà tagliata?
…te l’ha tagliata il veterinario?
Giulia: sì…
Ins. ma ci sarà stato un motivo molto serio per indurre un veterinario a tagliare una gamba...
…era ammalata?
…o sei caduta in montagna e ti sei spezzata l’osso?
Giulia: mi sono spezzato un osso… stavo correndo e sono caduto sui sassi
…ti ha salvato Giovanni? Allora è un eroe!
…
Ins. davvero hai incontrato Giovanni ?
Giulia: sì, l’ho incontrato in montagna…
…in che città? A Lama Mocogno?
Giulia: nella piazza… sì… forse di Lama Mocogno…
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