Tutta  l'esperienza si gioca su questa capacità dei bambini di interagire con la  lettura, riempendo i “vuoti” con le loro esperienze, conoscenze e  immaginario. Vuoti che si vanno riempendo però in modo dinamico, perché sia i  bambini che l'insegnante, molto accorta, continuano a fare i conti con le  parole del testo, che, se prese una alla volta, lasciano intravedere scene o personaggi che non sempre trovano coerenza con le parole che seguono.  
    Ecco allora come il paese “sporco e buio” diventa, appena una frase dopo, “un  paese colorato e pulito” in cui gli  abitanti festeggiano continuamente, amano mangiare e bere “buono”.
    I bambini  ragionano a lungo anche su come potranno essere i denti e la bocca dello “Sbranatacchini”, procedendo anche per analogie e metafore; oppure su quali  denti dovesse avere “Mangione Settimo” per divorarsi la “corona di  ferro battuto”.
    Seguono, a questo proposito, lunghe disquisizioni di  carattere scientifico relative ai materiali e   alle loro proprietà, o alla forma meccanica che le “ganasce” debbono  avere per poter masticare un trono.
    Così, insieme, discutendo, i bambini  costruiscono conoscenza  e le spiegazioni  logiche si alternano costantemente agli spunti creativi e fantastici,  con cui si potrebbe prolungare o ampliare, o modificare il testo.
    Da  notare è come i bambini stiano dentro l'esperienza linguistica a “tutto  tondo”, non ci sono separazioni tra discipline, né tra le diverse  competenze messe in atto. E questo è ciò che succede quando un'esperienza è  autentica e coinvolge davvero i bambini. Spetta a noi adulti cercare una o  più chiavi di lettura per metterne in evidenza passaggi, progressi,  difficoltà.
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