LA LETTURA INTERPRETATIVA
Esistono tanti modi di leggere: dalla lettura immediata da giocarsi interamente nel piacere di leggere o di ascoltare, alla promozione di una vera e propria attitudine alla lettura, fatta di esercizi e giochi di comprensione e di interpretazione.
Nella Scuola dell’Infanzia sarà bene tener presente l’intera gamma di possibilità, poiché l’età dei bambini richiede di tenere aperti molti e diversi accessi:
- La narrazione: una voce che narra. L'insegnante o qualcuno che semplicemente viene a raccontare: genitori e nonni (di qualsiasi paese), insegnanti, amici etc.; purché si tratti di una vera voce narrante, voce e corpo che raccontano: dimensione da praticare sempre ampiamente.
- La lettura di libri, in tutta la loro varietà e tipologie testuali. Anche in questo caso c’è una voce che legge.
- La drammatizzazione delle storie: il bambino entra nelle storie, “passa attraverso”.
- La lettura interpretativa. Si tratta di una approccio al testo fatto di ipotesi e commenti da parte dei lettori. È un tipo di lettura che nella nostra scuola, di ogni ordine e grado, trova davvero poco spazio, nonostante abbia grandi supporti teorici (da U. Eco a G. Steiner, a W. Iser).
I processi da attivare
Il primo processo da attivare, quando si intenda procedere ad una Lettura Interpretativa, è quello della contestualizzazione: l’essenza stessa del pensare. È ciò che attiviamo più o meno intenzionalmente tutte le volte che leggiamo.
Noi infatti non leggiamo mai con la stessa velocità, ininterrottamente. Entriamo, invece, in una atmosfera, quella del libro: la lettura è lenta, torniamo indietro, ci soffermiamo qua e là… e proprio in questi momenti:
- ci formiamo immagini mentali;
- apriamo la nostra semiosfera, cioè il nostro bagaglio culturale e mentale, la nostra memoria interiore e andiamo a risvegliare ciò che serve perché quella situazione possa esistere.
Occorre ricordare che è sempre il lettore che sceglie quando e su cosa fermarsi, durante la lettura, per richiamare alla mente situazioni, fatti, emozioni e questo accade solo quando scatta una forte risonanza tra chi legge e le parole che si incontrano. Accade sempre che nel testo si incontrino parole, frasi, che hanno una particolare risonanza per ciascuno di noi: parole che rinviano alla nostra interiorità e trovano risonanza (come più volte abbiamo sottolineato). Solo il lettore può indicarle e nessun altro può suggerirle.
È in tutti i casi un meccanismo di pensiero: collegare qualcosa di sé a qualcosa d’altro che l’ha sollecitato. Il vero incontro personale col testo è dato dal repertorio contestuale che ciascuno di noi possiede e che può essere utile a dare senso a quel testo.
È importante dunque salvaguardare la libertà interpretativa di ognuno anche quando si lavora in gruppo.
Si tratta di dar vita ad un processo dialogico col testo che non nasce dal niente, ma che anzi va allenato costantemente, altrimenti non si diventa lettori.
Quando si procede alla lettura deve cominciare il “dialogo col testo” che coinvolge e chiama in causa i bambini, ciascuno di loro, nella ricerca di interpretazione del testo in questione, facendo ricorso, appunto, al proprio “sapere”.
L’insegnante ha il ruolo di “guidare” questo percorso dei bambini, proprio come fosse un direttore d’orchestra.
In questo modo si offre ai bambini la possibilità di sviluppare capacità di interazione sia col testo che con gli altri, coetanei e non.
Alcune proposte
Ecco alcuni Giochi Interpretanti cui gli insegnanti possono fare riferimento per stimolare la dinamica interpretativa che mette in moto anche processi di comprensione e di evocazione di significati:
- Il Gioco dei Vettori: si interviene quando i vettori ( cioè le parole che si incontrano) fanno scattare qualcosa in noi. Si possono usare alcune metafore per intendersi coi bambini, ad esempio: “le parole che brillano”, “le matite che si illuminano”, “i ganci che partono dal testo”… e altre che si possano individuare. Un’altra utile metafora è quella del solaio. In questo caso sarebbe estremamente utile andare a visitare un vero solaio e fare esperienza della polvere, del silenzio, dell’ombra, degli oggetti alla rinfusa. Altrettanto interessante potrebbe essere la scoperta del vecchio baule (come, ad esempio, il baule di “Piccole donne” da cui una delle sorelle prende spunto per dar vita ai propri racconti). Metafore da ritrovare in noi stessi che equivalgono al nostro potenziale per leggere. Noi infatti amiamo la lettura perché in essa ritroviamo qualcosa di noi, di cui magari ci eravamo dimenticati.
- Il Gioco delle Catene associative: una sola parola-vettore porta a mille altre parole…senza chiedere spiegazioni per non bloccare le libere e personali associazioni dei bambini. Per esempio, dal Vettore “estate in campagna” si può arrivare a chiedere: “in che catena è?” Parte un “gancio” e ognuno apre il proprio solaio fino a trovare tante, diverse immagini di “estate in campagna”, a ciascuno la propria. Quindi l’incontro col vettore fa partire una dinamica associativa giocosa e divertente.
- Il Gioco dei Punti di vista: lo stesso personaggio sta sempre in un incrocio di punti di vista; i punti di vista vanno esplicitati se vogliamo che diventino punti di riferimento per l’interpretazione del testo.
- Il Gioco dei Mondi e dei Mari: è importante indagare su chi e come sono i personaggi e che mondo portano con loro stessi: il mondo di cui si vuole parlare attraverso quel personaggio. Ad esempio, Mignolina porta con sé il mondo delle cose piccole e gentili… I Mari o Mondi presenti nel testo dovrebbero essere individuati dai bambini, solo così sia la storia che i mondi diventano contesti virtuali per altri testi.
- Il Gioco degli Schieramenti: amici e nemici. Ad esempio, quali sono gli amici di Mignolina, quali i nemici; quali altri mondi questi amici / nemici portano con sé, quale valore simbolico (cosa sta per chi).
- Il Gioco del treno: ci aiuta a proseguire la metafora del viaggio. Cominciare a leggere significa salire su di un treno e partire assieme. Ognuno guarderà dal finestrino e racconterà ciò che vede, ciò che lo ha colpito… impressioni sempre diverse da confrontare e condividere.
- Il Gioco delle stazioni: ogni brano testuale che abbia in sé compiutezza equivale ad una stazione in cui fermarsi, sostare e ragionare. Il testo dunque viene letto un pezzo per volta, stazione dopo stazione, mai nella sua interezza per non privare i bambini di aspettative che vanno costruendosi in itinere e procedono parallelamente alla lettura.
- Il Gioco delle Mappe o rappresentazioni: proprio come in un viaggio è possibile utilizzare mappe, percorsi per orientarsi, così è possibile fermare sulla carta il viaggio metaforico che si sta facendo e tutto ciò che si sente e si vede. Attraverso una rappresentazione di questo tipo i bambini potranno tornare indietro, soffermarsi, ridiscutere… e rifare il viaggio ogni volta che vorranno.
- Il Gioco dell’Autore: chi ha scritto questo libro e perché? Cosa voleva dirci attraverso questa storia, attraverso questi personaggi… Noi cosa ne pensiamo? Se l’Autore fossimo noi, vorremmo cambiare alcune parti? Il finale ad esempio?
I Giochi Interpretanti sono stati ideati da Leda Poli, insegnante e collaboratrice universitaria.