Titolo Home page Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna MEMO - Multicentro Educativo Modena "Sergio Neri" Comune di Modena - Settore Istruzione
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Il bambino che frequenta la Scuola dell’Infanzia sa parlare di cose che conosce, comunica con l’adulto se motivato da bisogni o interessi, comunica spontaneamente con gli altri bambini nel gioco, nel fare, nello scambio di informazioni.
Se a casa il bambino fa domande continue, occorre fare attenzione affinché la scuola, agenzia educativa per eccellenza, non diventi un contesto in cui il bambino si trova a dover rispondere alle domande dell’insegnante. Ci aspettiamo che la scuola crei situazioni in cui il bambino senta il bisogno di fare e farsi domande, cercare risposte confrontandosi con il fare e il pensare degli altri, con il dire suo e degli altri.
A scuola le parole devono essere veicolo al proprio fare e pensare, veicolo di confronto con le idee e le conoscenze degli altri, bambini e adulti. Le parole devono motivare un nuovo fare insieme, un nuovo pensare insieme.
Oggetto di conversazione perciò sarà ogni situazione di vita quando parlarne serve a chiarine il significato, aggiungere conoscenza, motivare e sostenere il fare.
Confrontarsi su come è fatta o come si deve fare una cosa, ad esempio, chiarisce e migliora la presa di coscienza della situazione e contribuisce ad aggiustare il proprio saper fare operativo.
Osservare i bambini e ascoltare le loro conversazioni negli angoli di gioco, magari riprese con una videocamera appoggiata lì per caso, ci aiuta a cogliere questioni per loro rilevanti.
Attraverso il linguaggio un argomento può essere conosciuto nelle sue relazioni esterne, collegato cioè con altri argomenti del mondo che contribuiscono a definirlo, ad ampliarlo, a differenziarne i significati.
Perciò, più che di contenuti della conversazione, potremmo parlare di contesti in cui sviluppare conversazioni: i contesti del fare e del pensare; dell’accorgersi e del sentire. Contesti che, a loro volta, costruiscono competenza linguistica.
Il fare e le esperienze percettive in particolare aiutano a comprendere meglio il significato delle parole. È spesso la mancanza di esperienza percettiva ed operativa che rende privi di significato, se non addirittura stereotipate, molte parole e spiegazioni in uso tra gli adulti.
Quindi nelle diverse situazioni si impara a parlare delle cose, si impara a parlarne insieme agli altri bambini che condividono la situazione, con la guida dell’insegnante che del contesto è organizzatrice e responsabile, ma che nel contesto vive anche in prima persona.

 

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