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La rilettura

Passati alcuni giorni la conversazione unica viene riletta dall'insegnante con una modalità molto suggestiva.
La luce azzurra è sempre soffusa e la musica fa compagnia. I bambini si "mettono comodi", seduti, accoccolati, appoggiati ai cuscini, a un amico, e ascoltano…
L'insegnante legge a voce bassa, con molta attenzione all'espressività, alle pause, al sottofondo musicale, all'atmosfera, lasciando quasi "respirare" le parole, accompagnandole con gesti lenti della mano come se leggesse il racconto di un grande narratore.

Tanto alto e significativo è questo passaggio che addirittura i bambini all'ascolto immediato non riconoscono il testo e lo attribuiscono a qualcun altro, a un narratore vero, abbandonandosi all'ascolto. Solo alcuni riescono a rientrare da questo "altro da sé" ritrovando espressioni e parole già conosciute.
La loro attenzione, sollecitata alla conclusione da un paio di interrogativi dell'insegnante: "Cosa è stato letto? Come è stato letto?" si sposta sull'atmosfera che circonda il racconto, come se la voce di chi racconta entrasse a far parte della musica stessa, strumento suggestivo tra gli strumenti.


Ins.: Riconoscete quello che ho letto? L'avevate già sentito? Cos'è, secondo voi?
…C'è un bimbo che racconta a un bimbo più piccolo nel bosco perché c'è il buio.
…Mi sembra… ma non so…
…Hai letto una storia.
…Una favola, perché l'hai letta come una favola… bene… in un modo che è silenzioso.
…È una storia perché l'hai letta lunga… leggevi in modo che raccontavi a tutti e facevi dei movimenti dolci.
…È una favola perché l'hai letta che era scritta e non inventata
…No… un racconto, perché c'erano tante storie belle dentro.
…Mi sembra musica… perché la voce sembrava una canzone.
…La leggevi che la voce cambiava come la musica, faceva come quando leggi sempre. C'erano delle cose che avevamo detto io, noi.
…Poi le leggevi… come?
…Leggevi piano, in senso che la voce andava leggera però andava anche tranquilla.
…Faceva piano-forte.
…Come uno strumento
…Piano- forte, come quella musica là che suona.
…Abbiamo letto un piano-forte [ride].
…Ma cosa dici… non è mica un libro.

L'insegnante ci informa che, grazie a questa esperienza, il linguaggio ha acquisito nella pratica quotidiana una maggiore raffinatezza sia nelle forme lessicali che nella necessità esplicativa, abituando i bambini a ricercare la parola o la frase che definiscono al meglio una situazione o una sensazione.
La consuetudine a lavorare con ottimi brani musicali, diversi e per lo più strumentali, ha sicuramente attivato abitudine e richiesta di ascolto e una diffusa capacità di riconoscere anche particolari musicalità.
L'intreccio di queste tre forme espressive, lingua-musica-arte pittorica, -e non solo tre perché se ne potrebbero indagare le connessioni con l'espressività corporea, gli aspetti matematici di tempo e spazio e chissà cosa altro ancora- rende significativamente vissuta insieme un'esperienza per adulti e bambini, senza spartiacque definiti tra chi insegna e chi impara.

 

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