La Lettura: direzioni di lavoro
Inoltrarci nei testi in qualità di interpreti significa dunque intraprendere diverse e possibili strade: direzioni di lavoro che, nel loro insieme, ci permetteranno di stabilire un rapporto approfondito col testo, senza trascurarne nessun aspetto significativo.
Non tutto si potrà fare nell'ambito di un'unica esperienza, né sarà possibile (e nemmeno auspicabile) realizzare esperienze mirate solo a quell'unico aspetto specifico. Ma esplicitare queste possibili direzioni di lavoro ci permetterà di muoverci con chiarezza nonostante gli infiniti intrecci e le infinite complessità cui i bambini ci porteranno, pertanto le citerò di seguito:
- Esiste una capacità comunicativa del nostro corpo prima di arrivare alla lingua, fatta di gesti e suoni in grado di formulare messaggi comunque efficaci. Questa capacità pre-linguistica che chiameremo Vocalità e Gestualità, potrebbe rappresentare una grande area di ricerca per i bambini della Scuola dell’Infanzia ancora molto sensibili agli aspetti percettivi.
- Un testo scritto, per manifestarsi, ha sempre bisogno di un supporto: chiedersi cosa ha significato la stampa; cosa significa oggi il libro elettronico; quali messaggi diversi ci comunicherà un tipo di grafica rispetto ad un altro…è un altro ambito di estremo interesse che chiameremo: Il libro come oggetto
- Ripercorrere la storia che accompagna l'umanità dall'espressione vocale alla grafia ci aiuterà ad accorgerci dei significati e delle funzioni della scrittura e di come questa cambi nel tempo e nello spazio. Non può mancare un capitolo a questo proposito: Dall’espressione vocale alla grafia
- C’è uno stretto e vicendevole rapporto tra testo e lettore. Durante la lettura la scrittura ritrova la propria voce grazie all’intervento di una Voce Narrante. La Voce sarà dunque il primo interesse dei bambini. Ma, mentre la Voce racconta e legge, i bambini cominceranno ad accorgersi di parole, frasi e sintagmi con cui dovranno fare i conti ai fini di una adeguata interpretazione. Non è possibile infatti prescindere da questi aspetti squisitamente linguistici, ma non separati, né separabili dalla ricerca di senso. Tutto questo compone il capitolo intitolato Il rapporto col libro: uno scambio di vita
- Imparare ad interpretare non è cosa semplice. È vero che possono esistere molte e personali interpretazioni, ma è anche vero che ognuna di esse deve fare i conti con ciò che effettivamente il testo dice. Tornare e ritornare sulle parole e sulla lettura di un brano per interpretarlo in modo coerente è un aspetto irrinunciabile de La lettura Interpretativa. Si tratta di un tipo di lettura poco conosciuta in ogni ordine e grado di scuola, eppure vanta una notevole letteratura a suo sostegno: da Eco a Steiner; da Lockman a Iser…e ci dice che per capire davvero un testo occorre stabilire un rapporto di scambio col testo stesso. Anzi, arrivando al paradosso, ci dice che “un testo non esiste senza lettori”. Si tratta dunque di dar vita ad un processo dialogico col testo da coltivarsi sin dalla prima infanzia, poiché non nasce dal niente, con l’obiettivo di diventare veri lettori.
Quindi la Lettura Interpretativa intende dare un senso al testo entrando in contatto con le parole. Occorre che ognuno, nell’atto della lettura, mobiliti i propri saperi, emozioni, esperienze, enciclopedia e immaginario per comprendere il testo che si sta leggendo. Si tratta di attivare quel “brusio invisibile” e del tutto interiore che va da noi al testo e viceversa.
Se ci soffermiamo un attimo a ripensare alle modalità con cui leggiamo, ci accorgeremo che non leggiamo mai con la stessa velocità, ininterrottamente. Entriamo invece in un’atmosfera, quella del libro e la lettura diventa lenta. Capita di tornare indietro, di soffermarsi qua e là…e senza leggere nemmeno tutto. Ogni testo che leggiamo, infatti, è costituito di pieni e di vuoti: di cose dette e altre che si lasciano intuire, di descrizioni dettagliate e di altre appena accennate che si lasciano immaginare ai lettori. È proprio in questi momenti che noi lettori, bambini o adulti non importa, ci formiamo immagini mentali e cominciamo ad interpretare facendo ricorso al nostro bagaglio culturale, esperienziale e fortemente personale, alle nostre conoscenze e alla nostra memoria interiore.
- L’utilizzo dei Tempi Verbali, la comprensione delle metafore e di altre figure retoriche, così come la capacità di ascoltare o formulare descrizioni, sono aspetti che, se presi in considerazione, porteranno insegnanti e bambini a scoprire la complessità, ma anche la magnificenza di Grammatica e Sintassi.
Sono, come si può vedere, approcci alla lettura appena citati. Tanto ci sarà da dire ancora e avremo modo di riprenderli di pari passo con l'esposizione delle esperienze che seguiranno.
Mi preme sottolineare sin da ora che attorno a questi aspetti sarebbe bene avviare veri e propri Laboratori di lettura, senza il timore di impegnare troppo i bambini di questa età: il problema sta sempre nel metodo e nella competenza specifica e culturale dell'insegnante, pur coi limiti che l'età impone. Si tratta di Laboratori che potrebbero nascere e morire nell'arco di un pomeriggio, come darsi invece una cadenza temporale; oppure diventare squisitamente tematici e continuare a lungo nel tempo.
Per ogni approfondimento rimando a Direzioni di lavoro.