(…) Matteo acquistava gagliardia speciale due ore prima dell'imbrunire e in genere toccava il massimo della sua forza nei periodi di luna crescente.
Illustrazione di Dino Buzzati 1
© Copyright Archivio Buzzati Dopo le sue bufere maggiori, che lasciavano nei paesi della valle danni da non si dire, Matteo appariva affaticato. Si sdraiava allora in certe vallate solitarie e si aggirava lentamente per settimane intere, assolutamente innocuo.
Per questo egli non era sempre odiato. In quelle notti di bonaccia infatti Matteo scopriva un'altra sua grandissima qualità; si rivelava musicista sommo. Soffiando in mezzo ai boschi, qua più forte, là più adagio, il vento si divertiva a suonare; allora si udivano venir fuori dalla foresta lunghe canzoni simili alquanto ad inni sacri. Quelle sere, dopo la tempesta, la gente usciva dal paese e si riuniva al limite del bosco, ad ascoltar per ore e ore sotto il cielo limpido, la voce di Matteo che cantava. L'organista del Duomo era geloso e diceva ch'erano sciocchezze: ma una notte lo scoprirono anche lui nascosto ai piedi di un tronco. E lui non s'accorse nemmeno di esser visto, tanto era incantato da quella musica. (…)
da “Il segreto del Bosco Vecchio ” di Dino Buzzati
1 Buzzati D., Il segreto del Bosco Vecchio, illustrazioni dell'autore, Milano: Oscar Mondadori, 2010. Illustrazione pubblicata per gentile concessione dell'Erede dell'autore.
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