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I parchi cittadini

Maria Chiara Buzzega


Credo sia uno degli aspetti caratteristici del fare scuola a Modena, quello di uscire spesso dalla scuola.
Si esce d'estate e d'inverno per fare uscite fuori Modena al mare, nei boschi in montagna o nelle città d'arte, ma soprattutto si esce a piedi e, sempre più spesso, con gli autobus di linea per scoprire la città dei bambini: Modena. I bambini scoprono le sue bellezze culturali, non è raro vederli alla mattina davanti e dentro il Duomo di Modena o seduti nella piazzetta a fare schizzi dal vero con la moleskine.

I bambini camminano, prendono gli autobus di linea e sviluppano molto presto ottime capacità di orientamento e riconoscono punti di riferimento da loro definiti e che ritengono importanti. Spesso incontrano i modenesi, magari i signori e le signore pensionate in bicicletta che si fermano e parlano amabilmente con i bambini senza fretta. Sempre più spesso vanno alla scoperta delle bellezze naturali della città. Questo input è stato dato dal prof. Ceciliani quando ha deciso di proporre le due giornate di formazione al parco Ferrari. Dopo una giornata teorica sedute sulle sedie, le insegnanti dovevano provare con il loro corpo, cosa vuol dire fare una staffetta, usare la carta e orientarsi nel parco, arrampicarsi sul ponte tibetano o fare una caccia al tesoro, facendo, ad esempio, ben attenzione agli indizi.
Da questi input le insegnanti sono state incoraggiate a uscire alla ricerca dei parchi della città per vivere nella natura, toccare foglie, terra, alberi e osservare i meravigliosi colori della natura ed educare i bambini a contemplarne la bellezza.
I bambini hanno così scoperto Parco Ferrari, Parco della Resistenza, Parco Amendola e, magari provocati dalla domanda cosa possiamo fare o trovare in questo parco, hanno dato sfogo alla loro creatività.
Muniti di cestini hanno raccolto tesori, hanno fatto giochi come nascondino o i quattro cantoni e, soprattutto, hanno realizzato insieme alla natura una specie di "danza del movimento" dove ruzzolavano a tutta velocità dalle colline e poi risalivano con il fiatone, hanno saltato fossi, si sono lanciati in salti arditi dai massi di pietra del parco della Resistenza e si sono arrampicati in molti alberi, valutandone l'altezza e la resistenza.
Il parco non è libero sfogo per i bambini o il giorno in cui le maestre si riposano guardando i bambini giocare mentre chiacchierano fra di loro, ma è il momento dove osservare le loro competenze e comprendere, come grazie alla biofilia e cioè la simbiosi del bambino con la natura, riescano a vedere e fare con la natura cose per noi adulti non più accessibili. Noi adulti non percepiamo più la natura come un partner di gioco, ma qualcosa da contemplare da fermi. Questa è una grande lezione che i bambini danno a noi adulti.
Quando i partner europei sono venuti a Modena e hanno visto i bambini con le mantelline aspettarli nel sottopassaggio della stazione Porta Nuova dove ci sono i disegni fatti dai bambini modenesi, sono rimasti assolutamente impressionati perché per loro è una cosa inusuale. Possiamo vantarci di fare molte cose buone per i bambini, le uscite sul territorio sono certamente una di queste.


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