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Il giardino scolastico

Andrea Ceciliani


Il giardino scolastico è uno spazio didattico quotidiano che può garantire diversità al setting educativo attraverso la variabilità organizzativa che lo può caratterizzare, in particolare per quanto concerne l’outdoor education.

Innanzitutto la sua veste stagionale presenta, di per sé, una variabilità che i bambini possono vivere scoprendo tanti aspetti legati ai cicli naturali (stagionali), o alle condizioni atmosferiche che modificano lo stato delle piante, del terreno, degli animaletti che in esso vivono.  

In secondo luogo presenta aspetti strutturati, come i grandi arredi fissi (altalene, castelli, scivoli, ecc.) e aspetti destrutturati (alberi, erba, collinette, siepi, ecc.) che possono essere enfatizzati dagli insegnanti attraverso setting vincolati. Ad esempio: all’insaputa dei bambini si cingono tutti gli arredi fissi con il nastro di nylon da edilizia (bianco-rosso) e si racconta la storia dello gnomo giardiniere che, quando cinge gli arredi con il nastro, non vuole che questi arredi vengano utilizzati. In tal modo i bambini, quel giorno, sanno che non possono andare sulle altalene, sugli scivoli, sul castello, ma possono usare solo la parte naturale del giardino come il prato, le piante, le siepi, la terra, e così via.

Oppure si può utilizzare il nastro da edilizia, legandolo a più riprese da albero a albero o a arredo fisso, per creare dei labirinti che rendono completamente diverso il giardino rispetto al suo assetto normale. In altri casi, in primavera inoltrata, si può chiedere ai giardinieri di non tagliare l’erba in alcune zone del giardino, per diversificarle rispetto al prato rasato, e creare diversità di spazi che rendano esulino dalla norma.
Con modalità simili a queste si può variare la cornice organizzativa del cortile, rendendolo sempre diverso e interessante agli occhi dei bambini.

Spesso le educatrici e le insegnanti non sono consapevoli della possibilità di organizzare con molteplici varianti lo spazio esterno della scuola, anche in base a particolari obiettivi che stanno perseguendo all’interno della sezione. Le foglie secche in autunno, ad esempio, diventano un interessante setting educativo per lavorare sulla diversità tra suono e rumore, se vengono manipolate, calpestate o chiuse in un sacchetto che diventa un contenitore particolare.
In tal modo il giardino scolastico non solo viene vissuto come oggetto pedagogico, ovvero come spazio conformato così come tanti altri giardini scolastici, ma anche come soggetto pedagogico 1, ovvero uno spazio che muta, che cambia per la presenza di variabili che lo rendono diverso e quindi attivo, dinamico, provocatorio rispetto alle possibilità di operare in esso.

Le educatrici e le insegnanti hanno il compito di agire sul giardino scolastico per strutturarlo come setting educativo ad alta variabilità organizzativa, in cui la disposizione degli arredi mobili, l’uso diversificato degli arredi fissi, l’accesso a particolari zone, possano influenzare i processi educativi, l’approccio esplorativo del bambino e, infine, le modalità di apprendimento. 2
La cura educativa deve caratterizzarsi anche per l’intenzionalità con cui si determinano, con precisione, le caratteristiche del setting educativo 3, rendendolo più o meno strutturato o completamente destrutturato. Modificare lo spazio da oggetto pedagogico a soggetto pedagogico significa rilanciare l’azione esplorativa dei bambini verso orientamenti sempre diversi e motivanti.

 

1 Gennari M. (1997) Pedagogia degli ambienti educativi. Roma: Armando
2 Lolli L. (2007) L’organizzazione dello spazio nella scuola dell’infanzia: una ricerca esplorativa.  Infanzia, 5, 243-245
3 Ceciliani A. (2007) La presenza/assenza dei giocattoli/attrezzi nel gioco spontaneo. In La cura in educazione. Roma:Carocci pp.221-223

 


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