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Approccio Estetico

Andrea Ceciliani


Tutta l’esperienza del bambino è senso-motoria, la sua stessa essenza, la sua intelligenza hanno queste caratteristiche. Nella fascia zero-sei, il bambino si relaziona a sé e al mondo attraverso l’approccio estetico 1, cioè attraverso l’uso dei sensi che gli consentono di percepire, conoscere e interiorizzare le caratteristiche relative al proprio vissuto corporeo e ambientale.

L’approccio estetico caratterizza l’agire del bambino, sollecitato dalla sete di conoscenza e di apprendimento, e lo spinge a relazionarsi con l’ambiente che lo circonda. Tale relazione avviene attraverso il corpo e i suoi sensi. Un esempio di tale dispositivo estetico, può essere ricondotto all’integrazione tra vista e tatto.

L’esplorazione visiva è il primo meccanismo di apprendimento: il bambino è un osservatore nato, attento ai particolari e a cose che, spesso, l’adulto ritiene irrilevanti. L’osservazione innesca la relazione con gli oggetti che attivano la curiosità e il desiderio di conoscenza: il bambino cerca di toccare tutto ciò che entra nel suo campo visivo, soprattutto se si tratta di oggetti sconosciuti. L’osservazione, tra l’altro, è il meccanismo prioritario che sostiene l’apprendimento per imitazione, attivo dalla nascita e utilizzato sia nella relazione con gli adulti sia in quella con gli altri bambini.

Il senso visivo mette in atto l’azione manipolatoria sugli oggetti, osservati nell’ambiente, come azione concreta che sedimenta conoscenze importanti sulle qualità e caratteristiche delle cose toccate.  È la manipolazione, infatti, che permette ai bambini di conoscere le proprietà fisiche degli oggetti ma, anche, la loro funzionalità, cioè le varie modalità di uso ad essi applicabili.

 I bambini non soltanto osservano spontaneamente l’ambiente, accorgendosi di cose che prima non vi distinguevano, ma sembrano osservarle comparandole con quanto ricordano o facendo vari giudizi che hanno del meraviglioso […] alcuni bambini creano in se stessi una specie di pietra di paragone […] Essi cioè confrontano le cose esterne con le immagini che si sono fissate nella loro mente. 2

Tali conoscenze si consolidano grazie alla sensorialità dell’azione manuale e alla percezione visiva a essa collegata: osservare la mano che tocca un oggetto ruvido, ad esempio, collega quanto sentito tattilmente a quanto registrato visivamente, un primo e importante collegamento associativo che crea apprendimento. Non è possibile la completa conoscenza visiva di un oggetto se prima non lo si è vissuto sensorialmente: la vista inizialmente stimola l’azione manipolatoria verso il non conosciuto e, solo dopo, può richiamare sinteticamente il significato di quell’oggetto, significato che è ottenuto con l’azione senso-motoria e non il pensiero. La costruzione della memoria tattile e della sua integrazione al senso visivo, passa attraverso esperienze concrete che sviluppano tutta una serie di tracce mnestiche immediatamente riconoscibili e interpretabili, grazie all’azione manipolatoria esercitata sull’oggetto.

L’approccio estetico, dunque, deve facilitare l’uso dell’intelligenza senso-motoria attraverso la predisposizione di setting didattici dove la sensorialità possa essere sollecitata attraverso l’azione motoria e manipolatoria. Stesse connessioni, ovviamente, possono realizzarsi correlando tra loro tutti i sensi, anche quelli non richiamati in questa breve introduzione.

 

1 Baumgarten A.G. (1992) Estetica. Milano: Vita e Pensiero
2 Montessori M. (2014) La scoperta del bambino. Milano: Garzanti, p.187

 


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