Page 46 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale   in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena     classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani   
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“Non mi va giù, ti dico! Goffredo a Ponte Alto lavora ben più di me e da lui ci passano
            certi calessi da signori, quelli che c'han i soldi per davvero e che dan certe mance! ... Da
            me, invece, ci passano solo i campagnoli con le pezze nel cu.......! Insomma, io devo
            fare qualcosa, ma non so cosa...”
            Amilcare prese a dire: “Amico mio, offrimi un buon bicchiere a vedere se mi viene
            un'idea buona... oddio che sete! ... Ah, ecco …, senti un po'....”
            I due bofonchiarono a voce bassa, aiutati da un altro paio di bicchieri di rosso per

            schiarirsi ancor meglio le idee e poi sparirono non si sa dove, senza salutare nemmeno
            l'oste ch'era loro amico.

            Il giorno dopo Uberto, accompagnato da Amilcare, si presentò, nientemeno, all'ufficio
            del Podestà e tanto disse e tanto fece, che riuscì a convincerlo che, abbassando le tasse
            delle tariffe di Ponte Basso, il Comune ci avrebbe guadagnato non so quanto. E così la
            cosa andò in porto più facilmente del previsto, anche grazie ad un gruzzoletto che
            scivolò, senza far rumore, nelle tasche del buon Podestà.
            Uberto si affrettò a mettere in bella vista ai due lati del ponte i nuovi prezzi, dipinti con

            bello stile dallo stesso Amilcare, che già pregustava qualche guadagno anche per sé e
            che avrebbe speso, questo era certo, all'osteria con gli amici....

            Attraverso Amilcare e i suoi svelti figlioli fece dare la notizia in città e in campagna, in
            piazza e per le vie, nei quartieri del centro e nelle Ville più in periferia, nelle osterie e,
            soprattutto, al mercato ...
            Presto lo seppero tutti, a Villa san Pancrazio, a Villa di Lesignana, a Villa di Ganaceto; in
            un attimo la buona nuova giunse a Villanova di qua e a Villanova di là, a san Matteo e a
            Villa di Campogalliano e, poiché a tutti piace spender meno che si può, dapprima i

            campagnoli che sono i più sbollettati, e poi anche i signori – qualcuno ricco e spilorcio
            lo si trova sempre! -, cominciarono a preferire il transito di Ponte Basso e ormai
            dovunque si diceva con la rima:

            Se passi da Ponte basso
             anche il dazio ti fan basso,
            ma se passi dal Ponte più alto
            lì il prezzo fa un gran salto!


            Non era una rima perfetta, ma a quei tempi di perfetto non c'era niente (e, mi pare,
            neanche adesso!) e la gente si accontentava e rideva anche per poco, perché non c'era
            mai molto da ridere!

            Così le cose si misero assai meglio per il passatore Uberto, che ora masticava
            soddisfazione e gongolava dalla gioia, con gran sorrisi e smancerie fin troppo cortesi a
            campagnoli e cittadini, a mercanti e pedoni che avevan scelto il Passo di Ponte Basso...


            Ma Goffredo non si diede per vinto e ...


                                              maestro Paolo – aprile 2008
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