Page 49 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani
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I due pontieri - (Seconda puntata, qualche anno dopo ...)
di Alice, Giovi, Serena e Vincenzo
Nel mese di marzo, in primavera inoltrata, tra i vari rovesci di pioggia e le poche
giornate di sole, piovve per tre giorni di seguito a secchiate e il livello dell’acqua del
fiume cominciò ad aumentare rapidamente.
Poi, nell’onda di piena, una grossa quantità d’acqua travolse la chiatta del Ponte Basso.
Così s’impennò, rovesciandosi e schiantandosi contro il molo.
Le viti si schiodarono e le assi si separarono. Uberto le vide andarsene per il corso del
fiume.
Il povero pontiere era disperato.
Goffredo venne presto a sapere il fatto. Dispiaciuto e preoccupato per l’amico, andò per
ricostruire la chiatta nonostante l’amico l’avesse imbrogliato sotto i suoi stessi occhi;
Uberto, infatti, provò molto imbarazzo nei suoi confronti.
Non seppe dire apertamente la verità, però aveva capito che il suo amico era disposto a
perdonarlo. Così borbottando, soggiunse: “Goffredo, mi sono pentito di ciò che ho fatto
e spero che tu possa perdonarmi dopo il mio grave errore!”
Lui ci pensò, però non aveva le idee chiare. Non poteva sopportare più quella rottura
con il suo compare, così decise di finirla. Cercarono di trovare la soluzione giusta:
Uberto gli propose di lavorare insieme, raccogliendo i guadagni di entrambi e
dividendoli a fine mese, senza alcuna differenza.
Inoltre avrebbero sostenuto insieme le spese di manutenzione, dei due ponti e delle
loro barche.
La proposta era buona: così iniziarono a lavorare come soci.
Dopo varie settimane, i soldi della manutenzione aiutarono a ricostruire Ponte Basso.
Dopo mesi di lavoro insieme, tra i due pontieri le cose tornarono meglio di prima.
Dopo questa vicenda, Goffredo fece passare un uomo molto anziano da Ponte Basso, il
quale si ricordò il volto di quando lui era piccolo e gli chiese: “Sei il figlio di Pino?”
“Sì, è mio padre!”
“Sai dov’è tuo fratello, Uberto?”
“Uberto non è mio fratello, è un mio amico; ora siamo soci!”
“Fidati: ero amico di tuo padre e ricordo bene quando siete nati tu e Uberto. Pensa che
gli ho suggerito io il nome!”
“Ma se è mio fratello, dovevo crescere con lui!”
“Fammi spiegare meglio: quando eri piccolo, tua madre era incinta di Uberto, i tuoi
genitori si erano separati, così decisero che tu restassi con tuo padre, mentre lui con
tua madre. “
A questa sorprendente rivelazione, Goffredo disse con emozione: “Corro subito da lui.
Grazie!”
Arrivato là, gli raccontò tutto quel che gli aveva riferito l’amico del padre.
Così i due scoprirono di essere sia soci che fratelli!!!
E, da allora, si comportarono come tali fino alla fine della loro lunga vita:
VISSERO COME DUE VERI FRATELLI!!!