Page 52 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani
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I due pontieri (Seconda puntata, qualche anno dopo ...)
di Yamaan, Emma e Lorenzo S.
Quando scoprì l’ imbroglio fatto dal suo amico in modo così astuto, Goffredo pensò a
una vendetta per riconquistare tutti i suoi clienti che gli erano stati sottratti da Uberto.
Per cercare di convincere la gente a venire da lui, pensò di raccontare un’astuta bugia a
tutti gli abitanti di Modena e provincia.
Cominciò a dire in giro che entro pochi giorni avrebbe – sicuramente! - piovuto
moltissimo (Nessuno conosceva il tempo come lui! Sosteneva) - e il fiume sarebbe
esondato dalle parti di Ponte Basso e lo avrebbe probabilmente distrutto perché era
troppo fragile.
E non fece solo questo: per attirare ancora più clienti, si recò dal signor Podestà
chiedendo di abbassare le tassi comunali del dazio in modo che fosse inferiore a quello
di Ponte Basso, pagandogli di nascosto un gruzzolo molto consistente. E il podestà,
naturalmente, accettò.
Anche a Uberto arrivò la notizia e sapeva molto bene che il fiume non sarebbe
esondato e che Goffredo lo aveva raccontato solo per guadagnare più di lui.
Il giorno seguente Uberto, pieno di rancore e spirito di vendetta, andò dal Podestà
denunciando il compare per aver raccontato pubblicamente un’ evidente bugia a tutta
la città.
Così il podestà, dopo aver esaminato la cosa e intascato altri quattrini, condannò il
pontiere Goffredo di Ponte Alto per comunicazione fraudolenta a quattro mesi di
carcere.
In quelle lunghe settimane senza Goffredo, Uberto fece affari d’oro: ogni giorno
guadagnava almeno sessanta scudi, più i soldi di Ponte Alto, gestito nel frattempo da
suo fratello Piero che si era accordato con lui.
Passate qualche tempo, Uberto, passeggiando per Modena, vide da lontano due amici
di sua conoscenza che litigavano furiosamente per motivi di lavoro; ma la cosa che più
lo toccò, fu capire che non sarebbero più stati amici.
Si era ricordato della frode che aveva causato a Goffredo, e lui non voleva per nulla al
mondo perdere per sempre il suo amico, che ora soffriva in galera per colpa sua …
Insomma, si penti amaramente!
Alla fine del periodo della condanna, Uberto, vergognoso e intimidito, confessò
all’amico il reato che aveva commesso, si scusò non solo a parole, ma pagandogli gli
scudi necessari per ripagare i danni causati.
Goffredo rimase sorpreso, ma poiché era buono d’animo, lo perdonò abbracciandolo
con forza.
Dopo alcune settimane di duro lavoro, Goffredo, stupito dall’atteggiamento amichevole
di Uberto, andò dal Podestà e gli chiese cortesemente di rialzare di nuovo il dazio e
renderlo pari a quello di Ponte Basso.