Page 40 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale   in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena     classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani   
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Così Ferdinando spiegò alla nipotina che, dopo l’episodio della quercia di San
            Pancrazio, il Potestà, nel 1575 aveva emesso un’ordinanza che obbligava tutti i
            proprietari delle terre in riva al fiume ad abbattere gli alberi più grossi di un assale di
            ruota da carro, che crescevano a meno di 6 pertiche di distanza dal suo letto: da
            allora il lavoro dei pontieri era diventato un po’ meno rischioso e difficile.



            I due erano ormai arrivati sul ponte: Argia guardò con gli occhi lucidi l’acqua del fiume
            che, correndo via, rifletteva l’immagine del sole e la faceva scintillare. Ammirò,
            attraverso la superficie trasparente, le piante acquatiche ancorate al fondo, che
            ondeggiavano trascinate dalla corrente proprio come i capelli di una donna. Lasciò
            cadere il fiore giallo, un “pessa-a-let” (un piscialetto) che aveva raccolto e lo guardò

            allontanarsi fino a sparire, dove il fiume, dopo l’Acqualonga, riprendeva i suoi
            meandri: <Salutami il mare> gli sussurrò facendo ciao con la manina, poi si rivolse al
            nonno e chiese, sorridendo: <Io, però, da grande vorrei ugualmente fare la pontiera,
            proprio come te!>
            <Sei una femmina …> rispose il nonno <Ma… chissà! Nella vita non si sa mai, può
            capitare di tutto!>


                           maestro Paolo con l’aiutino dei ragazzi di 4° A – aprile 2008
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