Page 39 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale   in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena     classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani   
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Io, nel frattempo, approfittando del suo sonno profondo, presi un’accetta e iniziai a
         tagliare una grossa quercia che cresceva a solo cinque pertiche dal fiume, di fronte
         alla chiesetta di san Pancrazio.
         Puoi immaginarti, solo, nella notte, su un terreno che non era il mio, avevo una paura

         matta e sentivo che stavo facendo qualcosa di losco, di sbagliato, che non era da me,
         ma il desiderio di vendetta era più forte di ogni rimorso e prese il sopravvento.


         La quercia cadde sul fiume e, mettendosi di traverso, coi suoi mille rami intricati,
         bloccò il suo corso. I detriti si accumularono dietro alla grossa pianta e l’acqua prese
         una tale spinta che fece partire il tronco che andò a sbattere violentemente contro

         ponte Alto, provocando un gran danno.
         Quando Remigio si svegliò, con la testa che gli scoppiava, il disastro era già accaduto,
         ma lui era così ingenuo e semplicione che non gli venne nemmeno il sospetto che si
         fosse trattato di una malefatta! E per di più ad opera mia! Pensò subito a una
         disgrazia naturale, un fulmine o che so io e corse a chiedermi aiuto, confidando nella
         mia amicizia.
         Puoi immaginarti come mi sentii quando lo vidi arrivare; non potevo certo dirgli che

         ero stato proprio io a metterlo nei guai!
         Fu solo in quel momento che mi resi conto davvero di cosa avevo fatto.
         Mandai subito due miei garzoni ad aiutarlo ma, per più di quattro mesi, ponte Alto
         rimase chiuso.
         Nel frattempo io facevo affari d’oro e guadagnai abbastanza per sdebitarmi, pagare la
         multa al Podestà e rimettere in sesto la mie finanze.



         La bambina guardò il nonno con tristezza: non avrebbe mai pensato che lui, il suo
         eroe preferito, avesse potuto imbrogliato qualcuno, e per di più, un suo amico!
         Fu un attimo, ma quando i loro sguardi si incrociarono il nonno lesse negli occhi della
         bambina la sorpresa e la delusione, e la bambina, in quelli del nonno, tutta la
         vergogna.
         Nonno Ferdinando riprese a parlare, cercando di spiegare ad Argia che si era trattato
         solo di un episodio e che, nella sua lunga vita, non aveva mai più rifatto niente di

         simile. Anzi, dopo quella volta, lui e Remigio, che prima litigavano spesso, erano
         diventati amici più che mai e insieme avevano collaborato per proteggere i due ponti
         dalle piene del Secchia.
         <E poi… aggiunse infine ”Vedi Argia, non tutti i mali vengono per nuocere”> (Si sa che
         i vecchi sono saggi e, anche se non hanno studiato, conoscono un proverbio per ogni

         occasione).
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