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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2010


            ecc. Manca la rappresentazione di soggetti umani proibita dalla Bibbia. Ma proprio i
            racconti biblici sono stati il soggetto di moltissimi soggetti artistici cristiani. Specialmente
            le pagine del libro della Genesi. Il messaggio di queste opere d’arte sono patrimonio
            comune di ebrei e cristiani ed esprimono un messaggio universale. Questi antichi
            racconti rappresentano miti che appartengono a tutta l’umanità: la nascita e la morte, il
            male e la vendetta, il lavoro e la famiglia.
            Guardiamo le sculture del Wiligelmo che ornano la facciata della cattedrale di Modena.
            Dio estrae Eva come per un parto cesareo dal fianco di Adamo, è amica dell’uomo e
            insieme devono custodire il giardino della terra; da subito però aggrediscono
            violentemente la natura strappano i suoi frutti e perdono il loro paradiso. La strada è ora
            in salita: il lavoro è faticoso, la donna è sottomessa all’uomo, ma come lui lavora la terra.
            La gelosia e il desiderio di possesso scatenano l’odio tra i fratelli e portano alla vendetta e
            alla morte. Anche l’assassino Caino viene ucciso da una freccia. Ma il messaggio di
            speranza è presente nella figura di Dio che appare in ogni scena delle sculture di
            Wiligelmo. Egli veste i progenitori con una tunica, insegna loro a lavorare; ogni mese ha
            la sua fatica, ma anche il suo frutto come racconta la porta di Pescheria: il fuoco e il
            maiale d’inverno, i fiori e il frumento d’estate, l’uva e la semina in autunno. Dio perdona
            e protegge Caino mettendogli una mano sulla spalla e salva dal Diluvio una parte del
            creato, benedetto dall’arcobaleno, segno di pace e di alleanza.
            In un bellissimo capitello, sotto l’ambone nel duomo, è scolpito il Sacrificio di Isacco:
            Dio ferma la mano omicida di Abramo, perchè mai più nessun giovane debba essere
            ucciso.
            Questi messaggi fanno parte della nostra radice ebraico-cristiana. Indicano una strada e
            danno speranza.
            Ma la storia dell’umanità sembra segnata dal grido di Lamech: ‘Caino sarà vendicato sette
            volte, Lamech settantasette volte’.
            Non possiamo non pensare ai due popoli che occupano la terra che ha generato questi
            racconti e che dovrebbero fraternamente condividerne i frutti. Ma  come Caini e Abeli,
            in una spirale mortale volta volta si tendono agguati, si uccidono, non riescono a
            perdonarsi.
            Che la Shalom, pace, vocabolo presente nella lingua araba e in quella israeliana possa in
            questi giorni di trattative, risplendere di vita nuova e dare speranza a tutti i poveri di
            quella martoriata terra che da quasi un secolo stanno vivendo una non vita assediati dalla
            paura e dal terrore, senza sorriso e senza luce.


                                                                                             Beppe Manni














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