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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2010


            forzieri.
            Artigiani ed artisti erano la stessa cosa. Come Galileo e Leonardo si facevano gli
            strumenti da lavoro, disegnavano i progetti e inventavano le loro macchine, per esplorare
            l’insondato. Costruivano gli ingranaggi dei mulini e di una serratura, di un carro agricolo
            e di una trebbiatrice, di una carriola o di un trattore Landini. Di una Ferrari o di una
            pompa. A Modena gli artigiani hanno perfezionato o inventato il variatore, la pompa
            centrifuga, l’oleodinamica, la macchina per imbustare le figurine, il seggiolino delle auto
            da corsa, la bomboletta spray.
            Era il tempo d’oro degli inventori. Il cuore e il cervello di questa rivoluzione furono il
            Villaggio Artigiano di Modena Ovest e l’Istituto Tecnico Corni.
            Ma le capacità manuale e le abilità tecniche trasmesse per secoli attraverso bravissime
            maestranze stanno scomparendo.
            In “Maestri Artigiani” del 2009 sono state raccontate le storie delle sessanta botteghe
            artigiane del centro storico di Modena. Solo cinquanta anni fa erano duecentocinquanta:
            falegnami e fabbri, sarti e tappezzieri, doratori e intagliatori, orologiai e orefici, legatori e
            liutai. Oggi sono rimasti pochi orefici, tappezzieri, restauratori, rilegatori; un doratore, un
            ceramista, un liutaio, una sarta. I maestri artigiani non trovano il garzone che continui il
            mestiere. La macchina che moltiplica all’infinito clonando un disegno nella memoria di
            un computer, ha ucciso l’opera preziosa delle mani dell’uomo e della donna. Rimane il
            manufatto dell’artista o dell’hobbista. O il recupero folcloristico degli antichi mestieri
            nelle fiere paesane.
            In che modo ridare alle mani dell’uomo la sua eterna e preziosa funzione di inventore e
            costruttore di cose belle, affinché possa contemplare la sua opera con gioia come Dio
            nella fresca alba del settimo giorno dopo la creazione?
            Una triste conclusione.
            Modena terra ricca di acque e di mulini non ha corsi d’acqua visibili e fontane nelle sue
            piazze.
            La città che insieme a Reggio ha inventato il trattore, la patria del Landini, Raimondi e
            Fiat; della Ferrari e della Maserati, davanti alla prestigiosa università di ingegneria
            meccanica in via Campi non ha una Ferrari o un trattore, ma un caccia bombardiere
            portatore di morte e distruzione.
            Stupidità o ignoranza?


                                                                                             Beppe Manni

















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