Page 25 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani
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La versione di Luigino,
il cognato di Giovanni Dondin
Era Il 23 settembre 1541, Io e mio cognato Giovanni, eravamo stanchi a causa del
lavoro, perché era ormai mezzanotte: decidemmo così di andare in casa a bere un
bicchiere di vino. Uscimmo dalla baracca per legare la barca al legno, quando a un certo
punto, vedemmo un'ombra: arrivarono due persone, una guida e un cavaliere.
"Fateci passare, slegate subito la barca! " ci disse bruscamente la guida.
"Muovetevi, sono un cavaliere del Duca !" concluse il secondo.
Dopo ci riferirono anche che ero lì a quell'ora perché dovevano andare, in direzione di
Bologna , ad incontrare il papa, l'indomani. Noi però, offesi dalle loro provocazioni, non
volemmo farli passare. Ma loro continuarono a minacciarci , dicendo che ci avrebbero
tagliato il cavestro, ovvero la corda che legava il legno. E così fecero! Dopodiché, mio
cognato Giovanni non esitò ad andare in casa a prendere l'arma, sparando, in aria, due
colpi di pistola . Allora la guida e il cavaliere, spaventati e sconvolti, da come avevamo
reagito, salirono sul cavallo e ritornarono verso Modena . Riferendo tutto al duca,
denunciandoci! Noi, Agitati per l'accaduto, per prendere sonno, bevemmo altri due
bicchieri di vino bianco! All'alba eravamo ancora a letto, quando senti una voce gridare:
"Luigino, Chiama Giovanni lo stanno cercando!" Esclamò mia moglie agitata!
"Giovanni, >Giovanni, sei in pericolo, alzati!" Lo Avvisa io preoccupato.
Giovanni, nonostante il sonno, si alzò immediatamente dal letto, si vestì e infine con
fuori a vedere cosa stava succedendo! Ad un certo punto vide avvicinarsi una guardia
che gli domandò:
" chi sono Giovanni e suo cognato Luigino?"
"S- s- siamo noi!" Balbettò lui .
"Perché?" Domandai io .
"Perfetto, salite su questo carro, è un ordine del duca!" Concluse se veramente la
guardia. Noi salimmo, Poi un'altra guardia ci leggo le mani. Arrivati al palazzo ducale,
sempre con le mani legate, ci portarono fino al duomo, poi fino alla piazza, alla pietra
Ringadora!
Noi ci chiedevamo perché eravamo qui, e un'altra guardia gridò:
"Loro sono Giovanni Dondin e un suo parente, insieme, hanno sparato, due colpi in aria
la notte scorsa! Quindi, oggi sono condannati dal Duca con tre tratti di corda, qui in
piazza."
Così ci legarono, a un palo, ci fecero cadere in avanti, a faccia in giù! Per tre volte! Per
fortuna ne uscimmo vivi, ma molto sofferenti e Malconci, perché tutte le nostre
articolazioni erano rotte, pure legamenti! È proprio questo che ci rovina la vita!!!
Questo disastro, ci obbligò a smettere di praticare il nostro lavoro e così, io e Giovanni,
affidammo ai nostri figli, Altiero e Pietro, il mestiere di Passatore.
Giorgia e Serena