Page 22 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani
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Racconti storici verosimili
La mia condanna: Giovanni Dondin
Ah, povero me! Maledetta quella notte! Tutti i miei guai vengono da quella dannata
sera del 23 settembre 1541! Dopo tanto tempo mi fanno ancora così male le spalle e
la schiena che non riesco quasi più a dormire! E di lavorare, nemmeno se ne parla!
Fuori discussione!
Come posso scordare quel terribile venerdì sera, mi ha rovinato la vita!
E dire che io e Luigino, mio cognato, eravamo tranquilli, lì al ponte, quella sera! E’
vero, avevamo bevuto un bicchiere di troppo, ma dopo una dura giornata di lavoro, a
spingere il remo, una bottiglia di lambrusco era quello che ci voleva … Ricordo che si
rideva, io e Luigino, avevamo la risata facile quella fresca sera di settembre, si parlava
tra noi di quel signorotto di Bologna, grasso come una botte, che non riusciva
nemmeno a montare sulla barca … e poi di quella contessa … non ricordo più il nome
… Cocca … Coccapani, forse, che s’era inciampata nella sua larga gonna e che, a
momenti, ci finisce in acqua davanti agli occhi … E noi giù a ridere, io e Luigino. Ma
stanchi, se eravamo stanchi! Eccome! Le braccia non le sentivo più … e tra una parola
e l’altra mi si chiudevan gli occhi. “Adesso basta! Dai che si dorme, Luigino! Lega il
legno con la catena ed entriamo nella baracca. Chiudi con il lucchetto, mi raccomando
Luigino, che i vagabondi e i malviventi non mancan mai da ste’ parti!” Non avevo
finito di parlare che fischiò l’ordine, secco e villano, di quella guida di Bologna …
“Fermi! Non incatenate la barca: il cavaliere del Duca deve passare! Su fateci montare
in fretta!” “Obbedite immediatamente, sono un cavaliere del Duca!” fece il cavaliere
dietro di lui.
Quel loro tono imperioso mi fece subito venire la mosca al naso! Sarà stato il vino,
sarà stata la loro prepotenza da gran signori, fatto sta che corsi in casa e presi la
rivoltella. Uscii come un pazzo gridando: “Ah sì, volete montare sul mio legno, eh? Vi
dico io su quale legno vi faccio montare, voi due, cari signori: sulla vostra bara!
Beccatevi questi!” E sparai due colpi secchi, in alto, così per spaventarli, e loro che
correvano come due lepri. Corsero al cavallo e via, al galoppo indietro verso Modena!
Così, andammo a letto, io e Luigino, ma per calmare l’agitazione bevemmo altri due
bicchieri buoni …