Page 28 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale   in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena     classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani   
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LA TESTIMONIANZA DEL CAVALIERE LORENZO


         Mi ricordo molto bene l’accaduto nella notte del 23 settembre 1541: accade che il
         paron Giovanni Dondin, non mi fece passare, io e la mia guida, per il fiume Panaro
         perché il duca mi aveva ordinato di partire per Bologna per l’entrata del papa in città
         che sarebbe avvenuta la domenica.
         Arrivato dal passatore, sarà stata mezzanotte, ordinai a lui e al suo compare di slegare

         la barca e di farci passare, ma lui rispose con voce potente che no, non ci avrebbe fatto
         passare, si rifiutavano di lavorare ancora a quell’ora di notte. Erano stanchi morti, ma io
         insistetti!

         Perciò Giovanni, adirato, corse nella sua baracca e prese la sua rivoltella, esclamando in
         modo molto brusco: “Volete proprio passare di qui? Provateci!!!”
         La mia guida, in gesto di sfida, tagliò immediatamente il cavestro del barcaiolo!
         Giovanni, furioso e tutto rosso in faccia, sparò due colpi, per fortuna in aria, in modo di
         farci spaventare e fuggire via dalla sua barca. E ci riuscì! Eccome!

         “Mio dio, questo è pazzo!” Pensai. “La vedremo!” Gli urlai contro!
         Mentre scappavamo per la paura, dissi alla mia guida “Che facciamo? Li denunciamo o
         no quei due imbecilli?”
         Ma la mia guida rispose in modo sorpreso “Cosa, come no? Io quei due li denuncerei
         all’istante!
         Non ti hanno fatto passare nonostante tu sia cavaliere del duca!
         Così, gli diedi ascolto e il mattino seguente andai dal duca denunciando Giovanni
         Dondin e suo cognato Luigino!


         Col permesso del duca, ordinai alle guardie di andare al ponte Sant’Ambrogio
         ritornando con quei due mascalzoni!
         A loro spettava una grave punizione: il duca aveva sentenziato che dovevano subire i
         famosi tre tratti di corda in piazza davanti a tutti!
         Suo fratello Ludovico chiese in ginocchio la grazia per Giovanni ai piedi del duca, ma lui
         non gliela permise, per dare l’esempio a chi provasse un attentato simile.
         Così Giovanni e Luigino subirono la condanna di tre tratti di corda davanti a tutti, in
         piazza, verso l’ora di mezzogiorno.


         I due poveretti si ruppero i legamenti e le ossa delle braccia, schiena e viso!
         Era il 24 settembre 1541.
         Dopo questo odioso attentato, riuscii ad arrivare a Bologna con un po’ di ritardo ad
         accogliere il papa.
         Che emozione!


                                               YAMAAN E GIOVANNI
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