Page 29 - Studio dei ponti della zona e del mestiere del “barcaiolo o passatore” a Modena Progetto di storia locale in collaborazione con l’Archivio Storico del Comune di Modena classe 5° A Menotti Ic1 Modena Insegnanti Paolo Zanni e Silvia Lotti consulenza Dott.ssa Sara Spallanzani
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LA CONDANNA DI GIOVANNI DAL PUNTO DI VISTA DELLA GUIDA
Venerdì 23 settembre 1541, il duca mi mandò per guidare uno dei suoi cavalieri verso
Bologna perché doveva raggiungere il papa.
Verso mezzanotte arrivammo sul ponte di sant'Ambrogio sul fiume Panaro, dove
c'erano due uomini rossi in faccia, probabilmente sbronzi, che stavano per mettere il
lucchetto alla barca quando da lontano gli gridai: "Fermi! Non incatenate la barca, il
cavaliere del duca deve passare! è urgente! fateci passare!!
Ma l'uomo sbronzo non prese bene il nostro ordine e protestò rifiutandosi di
trasportarci dalla riva all' altra.
Allora, io tagliai il cavestro della barca con la mia spada, ma lui si infuriò .
Corse nella sua baracca di legno e quando uscì di nuovo aveva in mano una rivoltella e
gridò "Ah sì! L'unico legno in cui passerete sarà quello della vostra bara, ah ah ah !!!"
Allora, con aria furiosa, sparò due colpi in aria!
Noi, spaventati, scappammo come due lepri e tornammo a Modena in un secondo e
anche incolleriti.
Il mattino seguente alle prime ore dell'alba andammo dal duca e gli raccontammo
quello che era successo.
Così il duca mandò immediatamente sei guardie nella sua casa, e presero l'uomo e il
suo compare e li portarono in cella!
Qualche ora dopo li condussero alla pietra Ringadora .
Nascosti tra la immensa folla, c'eravamo io e il cavaliere .
C'era tanta gente tutti gli occhi erano puntati su di lui, c'era un silenzio di tomba, ma ad
un certo punto .... una guardia gridò: "Costui è Giovanni Dondin, passatore di
sant'Ambrogio, che la notte scorsa non fece passare un cavaliere del duca e la sua
guardia, che dovevano dirigersi a Bologna, viene condannato a tre tratti di corda in
piazza!"
Giovanni chiese pietà, ma le dure guardie non lo ascoltarono .
Ogni volta che Giovanni cadeva dalla pietra le sue ossa si rompevano come bastoncini e
si sentiva anche il croc.
Da quel giorno, sabato 24 settembre 1541, non mi sono ancora scordato le urla di
dolore di Giovanni Dondin.
Nicola