Progettp pedagogico dei Nidi d'Infanzia - Comune di Modena

Le proposte educative

All'interno della cornice del progetto pedagogico dei Nidi di Modena, gli educatori sono chiamati a ripensare ogni giorno ai propri interventi nei confronti dei bambini. Il lavoro dell'educatore richiede un pensiero interrogante e progettuale, capace cioè di porsi davanti agli eventi della quotidianità per andare oltre ciò che appare, in un'ottica di ricerca che parte dall'osservazione.
L'osservazione diventa così la prima tappa di ogni progetto e le domande, che da essa nascono, guidano le azioni e le scelte che si compiono, trasformandole in ipotesi da interrogare, verificare, cambiare per costruire nuovi progetti e nuovi percorsi.
Al centro dell'attività della progettazione è il gioco, che coinvolge gran parte delle dimensioni che attraversano il nido, perché connota gli spazi, i tempi, i materiali, definisce il ruolo dell'adulto e determina l'azione del bambino e dei bambini. Promuovere il gioco significa permettere la partecipazione attiva del bambino alla costruzione del contesto educativo in quanto il gioco è il modo principale del bambino di esprimersi e di dar voce alla propria identità in divenire.
L'educatore "esperto" di gioco sa che in esso si intrecciano, in modo naturale, piacere, impegno, conoscenza, apprendimento e sa cogliere le condotte ludiche del bambino e sostenerle, articolarle, espanderle, partendo da ciò che il bambino stesso propone o è in grado di fare. È un osservatore attento e accogliente, capace di favorire il coinvolgimento, di moderare e contenere l'espressione delle emozioni, di mantenere la regia complessiva del gioco nei momenti di impasse o di difficoltà. Si fa garante delle regole create dai bambini (facciamo finta di...), propone trame narrative che arricchiscono l'evento ludico lungo il suo dispiegarsi, asseconda, aggrega, incoraggia e rilancia l'attività dei bambini con attenzione e sapienza.
Con questa prospettiva intenzionale, l'educatore documenta il percorso progettuale nel suo concretizzarsi, perché è nella rilettura delle tracce raccolte che si riesce a ricostruire il processo e il significato del lavoro svolto.

 

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