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Nido e famiglie insieme: strumenti per partecipare

Il riconoscimento del bambino come attore sociale e del genitore come partner in grado di sostenere la crescita dei propri figli, perciò coinvolto nei processi di condivisione delle scelte educative, ha ridefinito il nido come comunità educante, cioè luogo "messo in comune" in cui genitori e educatori, nel rispetto delle reciproche competenze, accettano la responsabilità dei processi educativi attinenti all'insegnamento/apprendimento e alla cura del benessere psicofisico dei bambini.
Dove esiste una tale comunità, esiste partecipazione: l'educazione diventa un fatto collettivo che concorre a definire l'identità di quel servizio e, rispecchiando idee, orientamenti della realtà in cui il servizio stesso è inserito, li rende visibili e comunicabili.
La partecipazione, in questo senso, contribuisce a creare cultura educativa, grazie alla sinergia che famiglie e nido costruiscono in un dialogo aperto nel quale l'ascoltarsi in modo coinvolto insegna ad essere diversi e a sapersi porre in maniera nuova. È un gioco di squadra che nell'interazione rimanda il significato del nostro e dell'altrui agire.
Questa pratica democratica che comporta il riconoscimento di prospettive multiple, ovvero dell'esistenza di molti modi di vedere e capire il mondo, obbliga il nido a dare nuove risposte nell'ottica della dinamicità e della flessibilità, superando immediati automatismi, frutto di modelli teorici a volte non più attuali, a volte non sufficientemente re-interrogati.
Giorno dopo giorno, ogni famiglia lascia traccia di sé e costruisce un percorso unico e riconoscibile della propria presenza all'interno del nido. La valorizzazione di questa specificità, agita da ogni educatore è, nel contempo, oggetto del confronto del gruppo di lavoro. Non è, infatti, per gli educatori una generica attenzione alla dimensione individuale della relazione, ma una ricerca insieme per impostare modalità comunicative condivise in grado di aprire un reale scambio con ciascuna famiglia, incontrandosi in uno spazio e in un tempo che permettano la connessione delle conoscenze reciproche e l'individuazione di quelle strade adatte a far incontrare le famiglie tra loro.
Essendo il nido luogo di valori partecipati, l'educazione è espressione collettiva, costruita nel passaggio dalla narrazione individuale della propria esperienza e delle riflessioni da essa scaturite alle narrazioni corali dei genitori, grazie all'impegno di educatori in grado di facilitare il confronto, di collegare le idee.
In questo quadro si configura un rapporto di fiducia tra educatori e genitori che si interseca con il tema della responsabilità educativa e presuppone per l'educatore avere in mente un possibile percorso di coinvolgimento della singola famiglia (Aprirsi senza perdersi). Questo rapporto, frutto di una contrattazione sociale, si gioca sull'intreccio di sottili equilibri che richiedono tempo e, contemporaneamente, consapevolezza per affrontare un percorso mai lineare, da ribilanciare ogni volta, per riallacciare il filo delicato della lealtà e della stima reciproca.
L'esperienza dei nidi modenesi in relazione alle famiglie, ai servizi e al territorio, ci aiuta nell'individuare le buone prassi dell'oggi. In particolare, attraverso alcune parole chiave si può cercare di sintetizzare e collegare la teoria, il sapere pedagogico – che contraddistingue il pensiero, la speculazione - con il fare - che contraddistingue la pratica, l'azione e l'agire.
La quotidianità è luogo privilegiato del fare sia come spazio tempo nel quale misurarsi nel confronto con le famiglie, sia come possibilità dello sperimentare, del conoscere e del vivere concretamente le esperienze dei bambini. Lasciar sostare le famiglie al nido quotidianamente, coinvolgerle nei progetti di sezione, significa richiedere e permettere loro di essere presenti e propositive. È la possibilità di assumere un ruolo attivo per scoprire, con i bambini e gli educatori l'emozione del fare e dell'educare in un ambiente sociale.
È dall'ascolto, dall'interesse, dalla sensibilità e dall'osservazione che nasce l'intervento mirato dell'educatore per riprendere e rilanciare i bisogni delle famiglie.

 

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