Sabato 14 ottobre 2017


Titolo. LE COSE
Partecipanti. Insegnanti e operatori/trici sociali iscritti/e al corso di MEMO per l’a.s. 2017-18.
Ambiente. 3 Stanze messe a disposizione da MEMO, allestite con sedie in cerchio, proiettore, PC e casse.
Accoglienza. Musica di benvenuto (facoltativa). Seduti in cerchio, la conduttrice legge Ode alle cose di Pablo Neruda.
Presentazione. La conduttrice invita ad andare a prendere un oggetto dalla propria borsa dando questo input: "Aprite la borsa, scegliete una cosa che vi appartiene e insieme al vostro nome diteci il legame che vi unisce ad essa”.
Esercizi di movimento e relazione e input motorio. Al ritmo della musica (sottofondo: La veillée di Yann Tiersen) si chiede di muoversi liberamente nello spazio interno al cerchio di sedie. Un riscaldamento può consistere nel guardare prima i piedi, poi le mani e i vestiti e infine incrociare gli occhi delle altre persone, con un cenno o un sorriso. Poi la conduttrice, interrompendo a un certo punto la musica, chiede di mimare un’azione che si può fare con un oggetto in diversi ambienti: cucina, museo, aula, spiaggia, giardino, strada, biblioteca, mercato, bagno, macchina…) e di dire a turno cosa si sta facendo.
Input video e input lettura. Si ricompone il cerchio e viene letta la storia de Il signor Formica [S. Gambaro-R. Panero-P. Racca, Artebambini 2012] con l’aiuto di una presentazione in power point.
Successivamente, se i tempi lo consentono, viene proiettata una suite di scene tratte dal film Titanic (di J. Cameron, 1997) relative all’importanza del diamante “cuore dell’oceano”, filo conduttore della storia.
Infine, mentre una conduttrice legge il brano intitolato Selezionate ciò che vi regala un’emozione [estratto da Marie Kondo, “Il magico potere del riordino”, ed. Vallardi, 2014], l’altra predispone il setting.
Setting e preparazione della narrazione. Al centro del cerchio vengono posti su un telo/tappeto (oltre che un’eventuale lampada per creare una luce soffusa) una serie di oggetti, estratti da un borsone: grattugia, specchietto, scarpe, angioletto, collana, bracciale, anello, libro, bottiglia, foulard, mestolo, giocattolo, strumento musicale, candela, libro, quaderno, chiave, grattugia, cd, dvd, scatoline, oggetti natalizi, profumo, guanto, sciarpa, cappello, caffettiera, tartarughe, fiori, mazzo di carte…
Lancio del tema. Scegli fra questi una cosa e narra di quella volta che…
Si dà ai partecipanti un tempo per pensare al proprio ricordo personale da condividere, chiedendo di fare un’attività propedeutica su un supporto di cartoncino. L’attività può consistere nel ritagliare dalle pagine di una rivista uno sfondo sul quale creare la sagoma della cosa scelta, incollandola sul cartoncino; oppure, più semplicemente, nel disegnare la cosa scelta, anche nella “forma che aveva nel ricordo” sul foglio dato.
Si sottolinea l’importanza del fare ciò in silenzio.
Modalità narrativa. Narrazione individuale in cerchio. Si invitano i partecipanti, quando hanno deciso di narrare, ad alzarsi e prendere un mazzo di chiavi da far tintinnare, che terranno per tutto il tempo della narrazione. Una volta terminata, riporranno le chiavi al centro e il proprio cartoncino con la sagoma (o disegno) sotto all’oggetto scelto. Una variante consiste nel prendere l’oggetto scelto fin dall’inizio e poi, al termine del proprio racconto, riporlo sul tappeto in cerchio, di fronte al proprio posto, tenendo invece in mano il proprio cartoncino.
Memoria dell’esperienza. Ognuno scrive il titolo della propria storia sul cartoncino, che potrà portare a casa come memoria.
Riflessioni finali su qualcosa che ha rappresentato per ciascun partecipante un aiuto, un ostacolo e una scoperta, rispetto al laboratorio esperienziale di narrazione orale autobiografica. Si lascia un momento per scrivere le proprie riflessioni, al quale segue un dibattito di gruppo.

 


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