Esperienze con i ragazzi


Scuola dell'infanzia

Titolo. QUANDO HO AVUTO PAURA...
Luogo. Scuola dell'infanzia "Liliano Famigli" - Modena; in giardino, sotto il salice piangente: luogo magico per i bambini, perché i rami ricadenti creano uno spazio raccolto e nascosto.
Conduttrici. Marianna Borgia (insegnante) e Monica Oleari (insegnante).
Com'è stata presentata l'attività. È stato allestito uno spazio tranquillo, delimitato da un telo bianco sul quale sono state posizionate dai bambini delle stelle come segnaposti. Per l'avvicinamento dei bambini alla postazione della narrazione è stato utilizzato un sottofondo musicale rilassante del musicista Giovanni Allevi. La narrazione è iniziata e finita col suono del tubo della pioggia.
I bambini seduti in cerchio si sono presentati ai compagni dicendo il proprio nome, suonando ilbastone della pioggia e passandolo al compagno seduto di fianco. Terminato il giro di presentazione abbiamo letto il libro per l'infanzia: "C'è un rinofante sul tetto".
Modalità per favorire i ricordi. Dopo aver letto il libro insieme è stato chiesto ai bambini di disegnare qualcosa che li aveva spaventati e di raccontare il loro disegno o di dargli un titolo, anche solo con una parola chiave.
Memoria. I disegni sono stati raccolti e messi dai bambini dentro una bottiglietta di plastica.
Osservazione. I bambini sono stai molto interessati alla fase iniziale della narrazione e all'ascolto dei racconti dei compagni. Alcuni hanno mostrato difficoltà ad aspettare il proprio turno di parola: in molti volevano fare domande agli amici rispetto ai racconti (ma questo è comunque indice di attenzione e di curiosità).
Alcuni bambini hanno preferito esprimersi attraverso la rappresentazione grafica .

Guarda il flipbook dell'esperienza >>>

 


 

Scuola Primaria

Titolo. UNA REGOLA IMPORTANTE
Luogo. Spazio Happen, “Apprendere in tutte le lingue del mondo”, un laboratorio per bambini della scuola primaria aperto il sabato mattina, gestito da alcuni anni dalla cooperativa Gulliver. Gli incontri hanno l’obiettivo di sostenere lo studio individuale dei bambini e di promuovere e rafforzare sia l’apprendimento della lingua italiana sia le lingue parlate a casa con attività creative e ludiche. Gli incontri sono gestiti da un’educatrice e una o più mediatrici linguistico-culturali.Kalimba
Conduttrici. Elena Puglisi (educatrice), Rabab Saber (mediatrice linguistico-culturale), Dhahbia Zoubaier (mediatrice linguistico-culturale)
Partecipanti. Bambini/e delle scuole primarie IC10, provenienti da varie classi.
Ambiente. Cerchio di sedie con al centro la kalimba (uno strumento a percussione africano); incenso e candela profumata.
Attività di riscaldamento. Movimento libero nello spazio non occupato dalle sedie ascoltando tre brani di musica classica (Benjamin Britten, Playful pizzicato da Simple Symphony Op.4; Mozart, Il flauto magico, La regina della notte; Bach, Goldberg Variations: Aria)
Lancio del tema. Quella regola che per me è importante
Modalità narrativa. È stato chiesto di fare un disegno del proprio racconto mentre riemergevano i ricordi. Come segnale di inizio e fine di ogni racconto veniva suonata la kalimba.
Memoria. I disegni sono stati raccolti su un cartellone e ne è stato dato un titolo tutti insieme.

 


 

Titolo. QUELLA VOLTA CHE L'HO COMBINATA GROSSA
L'attività di narrazione era inserita in un'unità di lavoro interdisciplinare relativa al tema dei fiumi.
Conduttrice. Carla Fedele, insegnante di classe
Classe. Quarta, Scuola primaria “A.Frank/ Marconi” di Modena
Ambiente. L’aula di classe è stata allestita spostando i banchi vicino alle pareti e mettendo al centro un telo azzurro con un vassoio.
Input. Lettura dell'insegnante del mito di Fetonte, da "Metamorfosi" di Ovidio. È stato chiesto poi ai bambini di comporre un breve testo o di fare un disegno con la didascalia a fronte, in cui raccontassero di "Quella volta che l'avevano combinata grossa". Al termine del lavoro, gli elaborati sono stati messi sul telo azzurro al centro.
Esercizi di movimento e training emotivo. L’insegnante ha invitato i bambini di fare un po' di stiracchiamenti con il corpo, fare dei movimenti buffi con il naso, con la bocca, fare le facce esprimendo svariate emozioni: il coraggio, la paura, lo stupore... pronunciare parole senza senso (gibberish). Alla fine si è fatto un breve minuto di silenzio.
Modalità narrativa. In cerchio, sono state rilette le regole dell’ascolto, poi sono cominciate le narrazioni individuali, a turno. Agitando l'ovetto si apriva lo spazio dei racconti, chi voleva prendeva lo strumento e cominciava a raccontare o quello che aveva scritto nel testo oppure ciò che sentiva il bisogno di comunicare in quel momento.
Saluti e condivisione. Al termine dell'incontro, saluto e condivisione di gruppo del proprio parere sul cerchio svolto.

 

Quella volta che l'ho combinata grossa

Quella volta che l'ho combinata grossa

 


Titolo. QUELLA VOLTA CHE NON MI SONO ARRESO
Conduttrici. Otelia Margherita Zizzo, Giovanna D’Elia, insegnanti di classe
Classe. Classe II A, Scuola Primaria S. Agnese, Modena
Ambiente. Aula della scuola dedicata ad attività di recupero.
Attività di riscaldamento. Su un tavolo sono stati predisposti 12 coppie di foglietti con su scritto e disegnato un’azione da mimare (azioni: pescare, saltare, cantare, leggere, ridere, passeggiare, volare, zoppicare, piagnucolare, colorare, tagliare, servire). Dopo aver trovato il compagno con l’azione gemella, al via dell’insegnante le azioni prendono vita e i bambini le mimano contemporaneamente, con effetto sorpresa.
Input. Al centro del cerchio è stato messo il libro: “Gandhi. La voce della pace” (Rossi, Sarah., and Castellani, Andrea. Gandhi: la voce della pace. San Dorligo della Valle, EL, 2016) e l’insegnante ne ha raccontato alcuni passi significativi, con particolare attenzione alla timidezza del protagonista, alla volontà e alla resistenza pacifica.
Lancio del tema. Quella volta che non mi sono arreso, in forma di domanda.
Attività preparatorie. Prima della narrazione personale è stato raccomandato ad ogni partecipante l’importanza dell’ascolto, l’astensione dal giudizio e di non riferire fuori dal cerchio quanto ascoltato. Ad ognuno è stato consegnato metà di un foglio A4 per scrivere il titolo della propria storia. I foglietti sono stati messi su un banchetto al centro del cerchio.
Modalità narrativa. In cerchio, prima di parlare, ciascuno a turno andava spontaneamente a prendere il suo foglietto e solo dopo essersi seduto al suo posto iniziava il racconto. Finito il racconto il foglio veniva riposto nella parte inferiore del banco.
Memoria. Una volta in classe, i foglietti con i titoli sono stati riconsegnati per completare la narrazione con un piccolo disegno su quanto vissuto. Man mano che finivano i disegni sono stati attaccati sul cartellone della memoria.

 

Cartellone della memoria

 


Titolo. HALLOWEEN: QUELLA VOLTA CHE HO AVUTO TANTA PAURA...
Conduttrice. Sara Regina, insegnante di classe
Classe. Prima, Scuola primaria “P. Palestrina” di Modena
Ambiente. La classe è stata resa idonea spostando i banchi e creando una penombra chiudendo le tende. La LIM è stata utile per la musica (ambient horror) e la proiezione di alcune immagini.
Esercizi di movimento. Si è utilizzata una tecnica teatrale, i bimbi si muovevano nello spazio facendo caso alla direzione degli altri. Leggendogli una filastrocca di Tognolini, loro giungevano ad essere gli ingredienti di una pozione magica e mimavano i movimenti che venivano indicati.
Input. Narrazione di una fiaba russa: Vasilissa la bella. Immagini della Baba Jaga.
Lancio del tema. Quella volta che ho avuto davvero paura…
Attività manuali. Colorazioni di teschi messicani con brillantini.
Modalità narrativa. Narrazione individuale in cerchio. Tra una narrazione e l’altra si cantava “dietro al muro di un convento, c'è il fantasma di un bandito…” e alla fine si è fatto tutti insieme un grido liberatorio.
Memoria. Cartellone con i disegni dei teschi colorati.

Halloween: quella volta che ho avuto tanta paura

Halloween: quella volta che ho avuto tanta paura

Halloween: quella volta che ho avuto tanta paura

 


Titolo. IL GIORNO DELLA MEMORIA
Conduttrici. Le docenti Benassi Emma, Lanza Roberta e Palladino Rita
Classi. Due classi del II anno, Scuola Primaria “C. Menotti” (Limidi di Soliera), che già dallo scorso anno avevano sperimentato questa pratica.
Ambiente. Il giorno 27 gennaio 2016, i bambini sono entrati nelle rispettive aule, dove hanno trovato l’ambiente predisposto all’attività: aula sgombra, sottofondo musicale (“Auschwitz” dei Nomadi), penombra, lumini accesi, candele profumate e incenso, sedie disposte in cerchio, colori, foglietti preparati dalle insegnanti, scotch di carta e una lanterna cinese.
Input. Letture: alcuni brani tratti da: “Una valle piena di stelle” di Lia Levi; “L’isola in via degli uccelli” di Uri Orlev e “La portinaia Apollonia” di Lia Levi.
Attività. Dopo la lettura, le insegnanti, per far sperimentare il senso della negazione della Libertà, hanno messo un pezzo di scotch di carta sulla bocca dei bambini e li hanno “legati” a coppie. Un solo bambino della coppia ha letto un foglietto con un comando (es: andare alla lavagna e scrivere; fare due giri del cerchio…) da eseguire insieme al proprio compagno, che, essendo ignaro del contenuto, ha dovuto eseguire quanto richiesto in modo costrittivo.
Lancio del tema. Dopo aver “liberato” i bambini, le insegnanti hanno rivelato il titolo della narrazione “Quella volta in cui non mi sono sentito libero di…”. Mentre i bambini pensavano alla storia da raccontare, hanno completato una scheda, disegnando o scrivendo il titolo del proprio racconto.
Modalità narrativa. Narrazione individuale. Ciascun bambino, terminato il suo racconto, si alzava per posizionare in cerchio le schede al centro mentre tutti, contemporaneamente, cantavano un ritornello conosciuto.
Memoria dell’esperienza. A conclusione del cerchio narrativo, entrambe le classi si sono ritrovate in cortile e hanno fatto volare in cielo le due lanterne, a simboleggiare la Libertà.

Ambiente predisposto all'attività

Scheda

Scheda

Volo della lanterna, simbolo di libertà

 


Titolo.  LA NOTTE
Conduttrice. Bruna Montorsi, insegnante di classe
Classe. III primaria, S. Vito
Ambiente. Aula buia con alcune candele accese.
Presentazione dei partecipanti. In cerchio: canzone rituale di apertura. Ognuno si presenta dicendo “mi chiamo…e mi piace /non mi piace la notte, perché…”
Esercizi di movimento e relazione. Movimento libero, cercando di immaginare di essere una creatura della notte (pipistrelli, gufi, zombi). Al buio, con alcune candele accese nella stanza e con la musica “Una notte sul monte Calvo” di Musorgskij.
Input. Ognuno riceve un biglietto contenente uno stralcio letterario sulla notte e un’immagine. Qualche minuto per la lettura individuale in silenzio, poi a turno si leggono i propri testi. L’ultima lettura è dell’insegnante.
Modalità narrativa. Individuale, seduti in cerchio. Le candele vengono accese e poste al centro prima di ciascun racconto.
Memoria dell’esperienza. Alla fine dei racconti, con la musica di De Gregori “Buonanotte fiorellino” ogni bambino completa un cielo blu con diversi materiali (carte, tessuti, glitter, stelline, brillantini….), per creare la propria notte.

Creazione della propria notte

"Quando è nata Whitny, la mia sorellina più piccola, quella che sembra un biscottino"

"Quella notte passata con mio fratellino Thomas"

 


Scuola Secondaria di Primo Grado

Titolo. LA PORTA
Progetto. “La tela di Penelope” quando la narrazione incrocia il mito (a.s. 2017-2018).
Conduttori. Enrico Silvano, insegnante di classe, e Clara Vaccari del Gruppo di narrazione orale di Modena.
Classe. 1^A della Scuola Secondaria di Primo Grado di S. Prospero s/S (Modena).
Ambiente. Cerchio di sedie, un tappeto azzurro per terra nel mezzo, un cartone con una porta disegnata da aprire disposto sul tappeto, tre banchi su cui ci sono delle sagome preparate da noi raffiguranti una porta chiusa, ma che i ragazzi possono aprire tagliandola. La porta verrà colorata e decorata con oggetti sparsi sui banchi (perline, paillettes, bottoni, sassolini, foglie, rametti, nastri, pezzetti di stoffa etc.). Campanellino da mettere nel mezzo del tappeto. Cartoncini quadrati 5/7 cm. di vari colori (messi in un cestino). Semibuio.
Esercizi di movimento e relazione. Camminate musicali e scossa.
Presentazione dei partecipanti. Mi chiamo... e vengo a scuola in... con...da... etc.
Input. Lettura di 4 brevi miti. Aprire la porta: invitare i ragazzi a colorare la sagoma di una porta e poi depositarla sul tappeto.
Lancio del tema.“Quella volta che...la porta si è aperta, non si è aperta, si è aperta e poi si è chiusa, etc.”
Modalità narrativa. Narrazione individuale. Ogni ragazzo, a turno, raccoglie da terra la propria sagoma e narra tenendola in mano. Al termine del racconto la mette di nuovo a terra e suona il campanellino.
Memoria dell’esperienza. Ogni partecipante è invitato a scrivere il titolo che pensa di dare alla propria narrazione su un cartoncino e con il titolo costruire un distico con la rima baciata.

La porta

 


Titolo. IL SAPORE DEL RICORDO. IL RICORDO DEL SAPORE
Conduttrici. Elisa Domenichini, insegnante di classe, coadiuvata dall’esperta Giuliana Borsari
Classe. I media Ferraris (Modena)
Ambiente. Aula scolastica, allestita spostando banchi e sedie.
Esercizi di movimento e relazione (attività con la classe di preparazione dell’incontro). L’insegnante e la conduttrice esterna (che i ragazzi non conoscono e non sanno che sarebbe venuta) inscenano un evento per spiazzare i ragazzi e far crescere la curiosità: la conduttrice nell’ora prima dell’incontro entra in classe e propone ai ragazzi di fare una ricetta di biscottini. In gruppi da 3-4, con attrezzi da cucina ed ingredienti, i ragazzi realizzano biscotti di pasta frolla, decorati con lo zucchero colorato. Per ridurre l’eccitazione dei ragazzi, si conclude con esercizi di rilassamento.
Lancio del tema. “Il vento porta fino a me l’odore intenso di un cibo che conosco. Da dove arriva? Chiudo gli occhi e vi racconto quella volta che…”
Input. Letture: qualche filastrocca da Letizia Cella, Mamma cannibale, la ricetta dell’aeroplano di pastafrolla da Massimo Alfaioli, Nonna Vaniglia, Emme edizioni; racconto della scena in cui Riccioli d’oro va a mangiare la zuppa degli orsi; alcune filastrocche popolari sul tema del mangiare prese da Lella Gandini, Ninnenanne e tiritere, Einaudi.
Modalità narrativa. Narrazione individuale. Al centro della stanza un piatto con un biscotto per ogni ragazzo e un piattino vuoto: chi narra va al centro, prende il piatto e il biscotto, li porta al posto e finita la narrazione se lo mangia.
Memoria dell’esperienza. Disegnare il cibo di cui hanno parlato, colorarlo, scriverci al centro la storia e ritagliarlo. Con i biscotti rimasti preparazione di vaschette per ogni alunno da portare a casa.

 


Scuola Secondaria di Secondo Grado

Titolo. COME SONO. COME ERO.
Conduttori. Roberta Cioni (Esperta esterna), Simonetta Cavani e Gianluca Zambelli,  insegnanti di classe, in formazione alla metodologia del cerchio narrativo
Classe. 2^A afm- amministrazione finanza marketing, Istituto di Istruzione Superiore “Paradisi”, Vignola (MO)
Fase preliminare. È stato chiesto agli studenti di portare una foto di quando avevano 6-7 anni.
Ambiente. Aula di classe, con i banchi addossati alle pareti. Sui muri sono stati attaccati fotografie e disegni dei processi di crescita/trasformazione (crescita nella natura, bruco/farfalla, seme/germoglio, fiore/frutto, neonato/bambino, adulto/anziano, fioritura). Due video proiettati: fioritura in timelapse e la evoluzione di un girasole.
Presentazione dei partecipanti. Seduti in cerchio, è stato chiesto a ciascuno di pensare a quando aveva 6-7 anni e immaginare un luogo in cui incontrare quel bambino/bambina che si è stati e dirgli una cosa oppure ascoltare quello che lui/lei direbbe. Chi voleva poteva far vedere la foto ai compagni.
Esercizi di movimento e relazione. Diversi tipi di camminata (senza parole, solo gesti: in punta di piedi, sui talloni, con decisione, con fatica, leggero, con prudenza). I ragazzi sono poi stati guidati ad esprimere emozioni/stati d’animo con una rappresentazione a gruppi (in modo statico o dinamico; gli altri gruppi dovevano indovinare l’amozione: curiosità, stupore, fretta, paura, rabbia).
Input. Letture: Aforismi: ogni studente ha ricevuto un foglietto con scritto un aforisma che poi avrebbe letto al gruppo. I tre insegnanti hanno letto a turno dal sito disabiliabili.net e dal blog di Antonio Bido alcuni brani e un estratto da  “L’isola di Arturo” di E. Morante.
Video:
https://www.youtube.com/watch?v=xDdYAGXBuRU (Le Avventure di Peter Pan - Trailer);
https://www.youtube.com/watch?v=ULGzReaH8RY  (Pinocchio diventa bambino - dal film Pinocchio di Luigi Comencini)
https://www.youtube.com/watch?v=jMCILXaQBcM (L’attimo fuggente - Scena finale)
Lancio del tema. Quella volta in cui mi sono sentito/a grande (in cui mi sono sentita/o davvero me stesso/a)
Attività preparatorie. Formazione delle coppie: sono stati distribuiti fogliettini arrotolati con una sillaba, poi ognuno, sottovoce, doveva pronunciarla muovendosi nello spazio alla ricerca del proprio compagno con la sillaba uguale. A coppie su un grande foglio è stato chiesto di disegnare un momento di passaggio, di cambiamento della propria vita. Accompagnamento in sottofondo di musiche di Allevi, Einaudi ed Elisa (“A modo tuo”, “Anche fragile”).
Modalità narrativa. Narrazione individuale in cerchio. Prima della narrazione si srotolava il proprio foglio e a seguire narrava il/la compagno/a della coppia, dopo il foglio veniva riarrotolato in modo che si vedessero i disegni. Tra una narrazione e l’altra si diceva insieme “Grazie”.
Memoria. I fogli sono stati arrotolati l’uno dentro l’altro e puntati a formare un cilindro.

Allegati:
aforismi e letture

Come sono. Come ero.

Come sono. Come ero.

Come sono. Come ero.

 


Titolo. IL BLU
Conduttrice. Elisa Domenichini, insegnante di classe
Classe. III superiore, Ist. Cattaneo-Deledda, Modena
Ambiente. Aula della classe, spostando i banchi alle estremità dopo il lavoro manuale,  per formare il cerchio in mezzo..
Accoglienza. Si ascolta in relax (occhi chiusi, cuscini sotto il mento) “Nel blu dipinto di blu” di Modugno.
Input. Si guardano le immagini raccolte nella cartella BLU, mentre l’insegnante fa solo brevi commenti (i nomi dei pittori, i titoli di alcune opere…); letture: “Cappuccetto blu“ di Bruno Munari; testo sulla psicologia dei colori.
Lancio del tema. L’insegnante lancia l’attività delle tavolette con il testo a p. 3 e dà la consegna del titolo della narrazione: “Il Blu”.
Attività manuali. Ogni ragazzo realizza una tavoletta con tutto quello che gli suggerisce il blu.
(materiali appositamente acquistati sulle sfumature del blu. NB. la ricchezza e la bellezza dei materiali sono fondamentali).
Successivamente, l’insegnante consegna una fotografia con degli elementi blu e gli alunni vengono invitati a scriverci sopra 2 o 3 parole.
Modalità narrativa. In cerchio, ognuno prende la sua tavoletta messa al centro e la mostra ai compagni, legge le parole che ha scritto e racconta un ricordo collegato a quelle parole.
Memoria. Ogni ragazzo si porta a casa la tavoletta realizzata.

 


Titolo. SE POTESSI CANCELLARE
Conduttrici. Laura Ascari ed Enrica Biagi, insegnanti di classe
Classe. I superiore, Vignola
Ambiente. Aula scolastica, sulla porta dell’aula sono state scritte delle lettere con il gesso.
Rito d’ingesso. Ogni studente mentre entra nella classe cancella una lettera in gesso sulla porta. A ciascuno viene chiesto di entrare lasciando fuori dalla porta una cosa qualsiasi che indossa: un braccialetto, un orologio ecc.
Esercizi di movimento e relazione. Movimento guidato con sottofondo musicale: camminata sciolta, in avanti e indietro, camminata sui talloni, sulle punte, mimo, spolverarsi reciprocamente, ecc. Si propone un gioco con la voce con una parola che viene via via ridotta (es. “Lavandaie lavanda lava la lllll”). Rilassamento guidato seduti, ad occhi chiusi.
Input e attività creative. Ascolto di brani di letteratura. Viene dato a ciascuno un foglio con uno stralcio di testo dal quale devono cancellare 6 parole a scelta, cinque parole vengono trascritte su dei bigliettini poi legati tipo bandierine ad uno stuzzicadente, ed  infilate in una sezione di tappo di sughero. I sugheri vengono messi in una bacinella a navigare.
Una delle parole viene tenuta e trascritta in grande su un foglio, poi viene ritagliata. Su un altro foglio ne fanno il calco con i pastelli colorati. Avremo quindi la parola ritagliata e il suo negativo su un foglio.  I ragazzi mettono in una busta con il loro nome la parola in negativo, corrisponde a ciò che rimane, mentre sulla parola ritagliata scrivono una frase, la arrotolano e la legano con lo spago. Le buste vengono tenute in mano, e anche i rotolini. Nella bacinella le altre parole navigano ...con dei lumini accesi.
Modalità narrativa. Individuale in cerchio. Al centro c'è un braciere con una candela accesa. A turno ognuno si alza, prende la candela e la porta al suo posto apre la busta e racconta la storia collegata alla parola. Poi riporta la candela nel braciere e brucia la parola con il rotolino. Si canta un canto in cerchio.

 


Logo Comune di Modena

Logo MEMO - Multicentro Educativo "Sergio Neri" Modena