Page 9 - Libri per bambini
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               Ma  se  la  scuola  entra  solo  successivamente  nell’educazione a  se  la  scuola  entra  solo  successivamente  nell’educazione
               Ma  se  la  scuola  entra  solo  successivamente  nell’educazione Ma  se  la  scuola  entra  solo  successivamente  nell’educazione
               alla lettura, chi introduce il bambino alla lettura?lla lettura, chi introduce il bambino alla lettura?
               a
               alla lettura, chi introduce il bambino alla lettura?alla lettura, chi introduce il bambino alla lettura?
               La lettura, quindi, non nasce a scuola, i primi veri insegnanti
               sono  i  genitori  e  coloro  che  si  prendono  cura  dei  bambini,

               nonni, educatori, babysitter, bibliotecari, pediatri… Poi molte
               cose il bambino le impara da sé, e questo non va dimenticato.

               Se  durante  la  giornata  il  bambino  ha  la  possibilità  di
               incontrare  dei  libri,  e/o  vede  dei  genitori  che  leggono  e  che
               leggono  per  lui,             11 si  attiva  e  avvia  dei  processi  di

               autoapprendimento,  cioè  di  “imparamento”  legati  alla  forza
               motivazionale  che  il  bambino  ha  dentro  di  sé  e  che  esprime
               con la curiosità, le domande, le esplorazioni. È stata definita

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               “motivazione  intrinseca”,  “esplorativa”  o  “spontanea”   e
               considerata  una  delle  principali  spinte  al  fare,  all’agire,  allo
               sperimentare  dell’’uomo;  è  straordinario  pensare  che  possa

               essere attivata da un libro di figure anche ad età molto basse.

               Literacy ed Emergent Literacy iteracy ed Emergent Literacy
               Literacy ed Emergent Literacy Literacy ed Emergent Literacy
               L
               Ultimamente  si  tende  a  tradurre  Literacy  con  “abilità  e
               competenze  linguistiche”  estendendo  il  concetto  ben  oltre  il

               saper  leggere  e  scrivere  come  sostengono  Stefania  Manetti,
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               Costantino  Panza  e  Giorgio  Tamburlini   i  quali  fanno
               riferimento  a  quanto  è  stato  definito  dall’’UNESCO  nel  2004

               come  literacy,  ovvero  “la  capacità  di  identificare,  capire,
               interpretare, creare, comunicare, elaborare e usare materiale

               scritto nei più differenti contesti ambientali.”



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                  L’ISTAT nelle rilevazioni annuali sulla “Lettura di libri in Italia” continua ad evidenziare la forte
               correlazione esistente tra avere tanti libri in casa con entrambi i genitori che leggono e i comportamenti di
               interesse/propensione per la lettura da parte dei figli. Avere tanti libri in casa e vivere con genitori che
               leggono libri, in particolare quando sono entrambi i genitori a leggere, rappresenta un fattore di forte
               influenza sui comportamenti di lettura dei figli. Tra i ragazzi di 6-14 anni legge il 78,1% di chi ha entrambi
               i genitori lettori e soltanto il 39,2% di quelli che hanno entrambi i genitori non lettori. (ISTAT, Statistiche
               report, 11 maggio 2011:
               http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110511_00/testointegrale20110511.pdf
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                  Guido Petter sostiene che per quanto riguarda la motivazione alla lettura nel periodo prescolastico “il
               vero problema non sia tanto quello di suscitare ex novo una motivazione, bensì quello di fare in modo
               che una motivazione spontanea, che è già presente nei bambini e in modo intenso quando essi leggono
               un oggetto o un’illustrazione, non vada perduta e risulti pienamente operante anche quando ciò che
               viene loro offerto in lettura è un testo scritto”. (G. Petter. “Psicologia e scuola primaria”, Giunti, 1987)
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                  Il termine literacy connota e descrive una continua evoluzione del concetto di padronanza della lingua:
               dalle prime forme di competenza sviluppate in contesti naturali, agli apprendimenti scolastici formalizzati,
               fino agli usi maturi della lingua in pratiche sociali e culturali.

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