Page 18 - Libri per bambini
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ripetizioni, letture individuali nel cantuccio, ma anche
disegni movimenti danze, ecc.
La voce che raccontaa voce che racconta
L
La voce che raccontaLa voce che racconta
“L’invenzione del lettore: una voce, due corpi, il libro” così
Simone Giusti intitola il suo contributo nel libro “Narrazione e
invenzione: manuale di scrittura creativa”; nel quale
paragona la lettura a un venticello, a un soffio d’aria, a un
respiro che esce dal corpo con la voce e va verso altri corpi
portando i significati del libro.
Come far diventare la voce un “dolce venticello”?
Verrebbe da pensare che ciascuno ha la voce che ha e non è
facile modificarla.
Non è del tutto vero, perché gran parte della qualità della
voce dipende da fattori non espressamente fisiologici. Dipende
innanzi tutto dal luogo in cui proviene.
Un luogo fisico, certamente, ma anche un luogo psichico, in
profondo e intenso contatto con la parte più autentica di noi,
quella più intima e vulnerabile. Quella che più ci svela agli
altri.
La qualità della voce dipende anche dallo stato emotivo in cui
ci si trova: in condizioni di stress o di disagio, ad esempio, le
corde vocali si tendono e la voce diventa più alta, più acuta,
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se non addirittura stridula.
L’importante è quindi il recupero dell’autenticità della
propria voce. Nancy Mellon autrice di testi su argomenti
relativi al raccontare, ci dice che dentro di noi vi è un luogo
caldo e luminoso, simile al fuoco attorno al quale si sono
radunati genti di tutto il mondo e in tutte le epoche, in cui si
raccolgono immagini, parole e sentimenti.
Per tessere il racconto, per far risuonare la storia in modo
autentico, il narratore deve ritrovare i suoni della sua
essenza profonda. L’individuazione e la cura di questa voce
allo scopo di farla diventare fresca e spontanea come un
“soffio di vento”, come il “dolce suono del ruscello” fa parte di
un processo di crescita.
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R. Valentino Merletti “Raccontar storie”; Mondadori, 1998
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