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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2012
Storia di una beatitudine sullo sfondo del Risorgimento
italiano
9 maggio 2012 - Cinema / Teatro / TV, Scuola e Società.
L’autrice, Teresa Manganiello, fa parte della redazione della scuola di Termine Imerese,
terza classificata alla concorso Prima Pagina promossa da Voci dal Branco. Tra
docufiction e film biopico, ‘Teresa Manganiello Sui Passi dell’Amore’ del regista irpino
Pino Tordiglione, ripercorre la vita di una poco nota beata della provincia di Avellino
vissuta alla fine dell’ottocento all’ombra di un pregnante status sociopolitico.
Se la vita della giovane beata interpretata da Federica Citarella è un viatico leggero quasi
naif e candido, i parallelismi e i registri narrativi a più livelli si nascondono dietro
l’angolo come scatole cinesi: sullo sfondo c’è l’Irpinia d’Oriente che si legge nelle pagine
di Franco Arminio, o come pronuncia Fiorentini ‘ una terra antica, forte, testarda come
l’aveva descritta Soldati’, che tra flashback antichi e rivisitazioni contemporanee
dipingono il borgo di Pietradeusi e Montefusco dove la storia va in scena quasi in forma
di favola raccontata.
Una storia che comincia nella contemporaneità: la giornalista Fabrizia Gregorini
(Mariagrazia Cucinotta) è una reporter di guerra rimasta ferita in un conflitto a fuoco in
Afghanistan. Durante la sua convalescenza in ospedale riceve un manoscritto di suo
padre Alberto (Sergio Fiorentini) sulla vita di Teresa Manganiello.
Da qui il film procede su un doppio binario: Alberto grande storyteller con la sua voce
da doppiatore (nella sua carriera si ricordino i doppiaggi da Mel Brooks a Jin Hackman) )
ripercorre l’Irpinia e la vita di Teresa su una sedia a rotelle annotando le sue memorie per
realizzare un romanzo sulla beata, un percorso inframmezzato da squarci ottocenteschi
sul periodo storico, al fianco di Teresa, ‘lei che senza saper leggere sa dare lezioni di
paradiso’, scivola la complessa Unità d’Italia. Tra risorgimento e gattopardismo locale,
Padre Ludovico Acernese (Lucio Allocca), portavoce del versante monastico del film, si
prodiga per dar vita al Terzo Ordine Francescano contro il provvedimento dell’Unità di
chiudere tutti i conventi.
Mentre Teresa non si impaurisce nemmeno nel dare cure e carità anche ai briganti, sul
set compare una fucina di attori de Un Posto Al Sole: dopo il già citato Lucio Allocca, ci
sono anche Patrizio Rispo, Marzio Honorato e Mario Porfito impegnati sul fronte della
politica post unitaria dove dà scorci interessanti il ricorrente nome di Francesco De
Santis, irpino, primo ministro della Cultura del Regno d’Italia, personaggio perfetto per
trarne un film a se stante qui sbozzato… di ‘guest’ irpine ce ne sono anche altre: valgono
piccoli camei filmici la presenza di Luca Abete di Striscia La Notizia, il giornalista
Antonio Pascotto e l’attore Antonio Canonico e a questa carrellata sono da citare anche
le presenze in forma di interviste del Cardinale Tonini e in coda al film alle recensioni di
Vittorio Sgarbi e Federico Moccia.
Un film matriosca da scatola cinese in fatto di assetti, intreccio nei personaggi e storie
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