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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2012
Interviste a Don Ciotti
23 maggio 2012 - Società.
Al termine del dibattito dell’assemblea d’istituto, siamo riusciti ad intercettare Don Luigi
Ciotti, strappandogli qualche battuta relativa al tema della lotta alle mafie.
L’affetto con cui lei è stato accolto può voler significare che sempre più studenti stanno
prendendo coscienza di questa piaga sociale che è la mafia e si adoperano per
combatterla?
I giovani stanno riuscendo a capire che non bastano le parole per sconfiggere il
problema, ma serve una presa di posizione che permette perciò di passare ai fatti. Parole
come uguaglianza, legalità, costituzione, democrazia non devono essere solamente
pronunciate, bensì assunte anche nelle nostre scelte e azioni. C’è bisogno di cose vere e
concrete.
Cosa intende quando parla di giustizia?
Io non parlo di giustizia, ma di democrazia, che è stata conquistata negli anni grazie al
sacrificio di molte persone. Perciò la democrazia, principio su cui si fonda la
costituzione, è sorretta in primo luogo dalla responsabilità. Inoltre si fonda anche su due
doni: la giustizia e la dignità umana. La democrazia non è in grado di reggere senza la
responsabilità individuale di ciascun cittadino e la corresponsabilità collettiva. Sebbene
noi chiediamo allo stato e alle istituzioni di fare la loro parte, anche noi stessi ci
dobbiamo interrogare sulla nostra parte di responsabilità. I cittadini devono prendere
coscienza che i cambiamenti hanno bisogno anche del loro contributo. Alla fine la cosa
più importante è la coerenza nelle nostre azioni.
Uno dei motivi per cui le mafie operano piuttosto agevolmente è l’omertà: crede che il
popolo italiano abbia acquistato un maggiore senso civico rispetto al passato?
È importante ricordare che non si uccide solamente con le armi, ma anche con il silenzio
e con l’indifferenza. L’omertà è diffusa per paura, mentre c’è la necessità e l’obbligo della
denuncia, che deve essere adeguatamente documentata. Accanto ad essa deve affiancarsi
anche la proposta, l’opportunità e la speranza di progetti concreti, che parte dalla
giustizia sociale e dalle politiche al servizio della scuola e delle famiglie.
Dopo vent’anni dalla morte di Falcone, quanti passi in avanti sono stati fatti?
Sicuramente è grande la stima per tutti coloro che hanno fatto la loro parte come la
magistratura, la polizia e quelle istituzioni che davvero si sono messe in gioco. Purtroppo,
però, la situazione rimane non facile, come riportano i numerosi insediamenti mafiosi in
Liguria, in cui comuni come Bordighera e Ventimiglia sono stati commissariati, come
attestano i processi di Milano e l’operazione Minotauro in Piemonte, come testimoniano
le infiltrazioni mafiose nel territorio emiliano. Aveva ragione Paolo Borsellino, il quale
aveva parlato di “perniciose illusioni”, riferendosi al fatto di non farsi prendere
dall’emotività, bensì piuttosto di dare alle proprie azioni continuità e condivisione. Al
giorno d’oggi c’è una presenza di mafia dal volto sempre più civile e più mimetizzate,
sempre più immischiate nell’economia legale e, di conseguenza, difficili da individuare.
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