Page 48 - Libri per bambini
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consiste        nella      valutazione           delle      proprie        capacità         e

               nell’accettazione  dei  propri  limiti.  In  questo  senso,  un
               adeguato processo di costruzione della propria autostima è un
               elemento          imprescindibile             per      raggiungere            l’equilibrio

               necessario per essere integrati serenamente nella società, per
               comprendere  e  accettare  i  processi  che  si  avvertono

               internamente e generare strategie positive di relazioni con gli
               altri.
               Un  bambino  che  non  prova  alcun  apprezzamento  per  la

               propria persona, quindi pensa di non meritare l’affetto degli
               altri  oppure  si  sente  inutile,  difficilmente  potrà  raggiungere
               un buon  livello di sviluppo in qualsiasi campo della vita.


               L’albo “Orecchie di farfalla” di Luisa
               Aguilar e André Neves edizioni

               Kalandraka affronta questo delicato
               tema attraverso un particolare

               piuttosto diffuso fra i bambini:
               le persecuzione e le angherie subite a
               scuola. La storia di Mara che stupita e

               avvilita dai commenti cattivi dei
               compagni imparerà, grazie alla sua

               intraprendenza  e  agli  azzeccati  commenti  della  mamma,  a
               far fronte al disagio e a difendersi non permettendo più che la
               propria persona sia oggetto di scherno e maldicenza.

               Lo  farà  attraverso  l’acquisizione  di  un  fatto,  semplice  e
               complesso  allo  stesso  tempo,  con  le  parole,  perché  se  queste

               possono  ferire  possono  anche  lenire  e  curare,  e  possono
               addirittura  ribaltare la situazione.
               O come in “Piccola Macchia” di

               Lionel Le Néouanic, edito da Giannino
               Stoppani qui il ruolo del magico
               insegnante è dato al  padre e i risultati

               sono proprio inaspettati anche dal
               protagonista, che qui usa, invece più
               della parola, la duttilità del proprio fare.

               La capacità di trasformarsi stupisce,


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