Page 15 - La nostalgia della speranza
P. 15

ea, Leonardo e Lorenzo, questa volta della Quarta A – sono
               nate le mode di cantare dai balconi e di farsi crescere baffi e bar-
               ba”. E per dare un tocco in più di follia, alla pagina seguente
               raffigurano la giornalista del tg come una specie di strega, il
               cui annuncio sui contagi quotidiani annichilisce un bambino
               spettatore tratteggiato solo con poche righe stilizzate, e una
               faccetta triste in stile emoji.

               Impressionante anche l’immagine dei  “VULCANI ERUTTA
               DIARI”, Francesca, Darren e Matteo della Quarta A: la foto di
               un grande monte di cartapesta, imponente e nerissimo, da
               cui scorrono fiumi accartocciati di lava scarlatta. Una vera e
               propria opera d’arte, con la quale Darren ha voluto dare il
               suo contributo creativo al gruppo, per catturare sin dal pri-
               mo sguardo l’attenzione di chi legge; tanto più in quanto il
               diario inizia il 14 settembre del 2019, il primo giorno di un
               anno scolastico che ancora non si poteva immaginare sareb-
               be stato sommerso dall’eruzione del virus.


               Le cronache di quella lunga eruzione, delle sue pause di spe-
               ranza e delle sue dure recrudescenze, sono naturalmente di-
               verse da diario a diario, come il lasso di tempo più o meno
               lungo che ogni gruppo ha scelto di raccontare; ma c’è qual-
               cosa che mi sembra li accomuni tutti. È la frequenza con cui
               si fermano a narrare anche i dettagli più minuziosi, mesco-
               lando  la  straordinarietà  della  pandemia  alla  normalità  dei
               litigi con genitori e fratelli, delle lezioni da imparare, della
               grammatica e delle divisioni in colonna: come se questo ri-
               scrivere COLLETTIVAMENTE il dipanarsi di una quotidianità
               vissuta ciascuno nel chiuso della propria casa, fosse anche
               un modo per “rileggerla”, non più come noiosa, solitaria e a
               volte apparentemente insensata, ma come esperienza co-
               munitaria dotata di senso e di valore storico.


               “Ma nel diario dobbiamo raccontare solo le cose successe dav-
               vero, o possiamo anche inventare?”  mi  hanno  chiesto  nel
               primo incontro Eleonora, Mayssae e Yassin, della Quarta A.



                                                          13
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20