Page 11 - La nostalgia della speranza
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sotto la guida della loro splendida insegnante Simonetta
               Melchiorre. “La mia parola-regina è pensieri... è l’unica via di
               uscita per scappare da una prigione.” “Aria... L’ho scelta perché
               mi manca e sento ogni minuto il bisogno di respirarla.” E poi
               solitudine, amicizie, gabbia, ricordi, tempo... Ogni parola re-
               gina aveva dietro una capacità di riflessione che raramente
               si incontra, nel mondo adulto.   “Ho capito che a volte non c’è
               bisogno, di rattoppare il tempo vuoto con cose da fare, a volte è
               bene lasciare il tempo vuoto come è, e godersi il niente, perché
               è da quello che siamo nati ed è di quello che viviamo.”


               Tempo, vuoto o pieno del niente da cui siamo nati, in mo-
               vimento o come sospeso. “Il Tempo si è fermato”, è il nome
               dato alla ricerca delle due classi di Modena da cui siamo par-
               tite per dare avvio al nostro laboratorio. Con il mio aiuto, le
               parole scelte da bambine e bambini a settembre sono state
               prima riordinate in tabelle secondo le loro “categorie funzio-
               nali” (concetti, emozioni, personaggi, ecc.) e poi discusse col-
               lettivamente da ogni classe, per decidere quali apparteneva-
               no solo al passato, con il lockdown e le video-lezioni e tutto il
               resto, quali anche al presente, con una pandemia comunque
               ancora in corso, e infine quali parole andavano aggiunte, per
               mettere a fuoco le novità del nuovo anno rispetto al vecchio.


               Vaccino, zone suddivise dai colori, coprifuoco: alcune delle
               parole nuove erano certo prevedibili, nonché condivise da
               entrambe le classi. Più interessante sarebbe capire cosa ha
               spinto la Quarta B ad aggiungere fra i modi per dire il pre-
               sente una parola forte come “povertà”, o a ritenere che tutte,
               proprio tutte, le parole usate per dire il passato andavano
               considerate valide anche per l’oggi. E perché la Quarta A, in-
               vece, ha cancellato la parola “morte” fra quelle del passato
               che rimanevano tuttora valide? Per una percezione “ogget-
               tiva”, dei dati forniti dal governo e dagli esperti, o per espe-
               rienze soggettive, di persone care portate via nella prima
               ondata del virus e non nella seconda? E perché, ancora, fra
               le nuove parole proposte da questa classe se ne è intrufolata



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