Page 6 - La nostalgia della speranza
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cittadino quella pluralità di linguaggi che delineano gli assi
culturali così come sono stati decritti nel documento “Indica-
zioni Nazionali e Nuovi Scenari”.
Tra questi, le scelte che stiamo confermando nella nostra
attività di progettazione, non solo per quanto riguarda gli
Itinerari Scuola Città, ma anche per le proposte formative
rivolte ai docenti e gli interventi su progetti ampi di rete, ri-
guardano quegli strumenti e quegli approcci, quali la narra-
zione, la poesia, la scrittura, il gioco che offrono la possibilità
a bambine/i, ragazze/i di lavorare sul sé, ma anche di espri-
mere il proprio mondo di pensieri, sentimenti e idee.
Nel 2019, in occasione dei trent’anni dalla Convenzione Inter-
nazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza abbia-
mo promosso una rassegna di iniziative intitolata “Ascoltare:
infinito presente”, rivendicando il diritto all’ascolto come irri-
nunciabile per dare spazio all’espressione dei bambini, ren-
derli veramente partecipi e protagonisti del loro percorso di
crescita. In questa situazione di pandemia, nel confronto con
la scrittrice Chiara Ingrao, che con noi e non solo, ha sempre
dato molto spazio al punto di vista dei bambini, in alcuni casi
interpretandoli nei suoi libri, spesso dialogando con loro,
come nel percorso fatto in questi anni sul testo Habiba la
Magica, abbiamo condiviso quanto sia stata data poca voce
alle bambine e ai bambini, quanto poco spazio la società e il
mondo adulto in generale abbia dedicato ad un reale ascol-
to dei lori bisogni, delle emozioni, del loro punto di vista. Per
questo abbiamo accolto a braccia aperte la disponibilità a
intraprendere un percorso, anche solo con due classi che,
attraverso la scrittura, potesse creare un contesto per dare
voce ai pensieri dei bambini. E i bambini ci sono stati, hanno
scritto moltissimo, hanno seguito le scintille donate da Chia-
ra e hanno espresso il proprio punto di vista. A noi adesso il
compito di leggere, di ascoltare e di capire.
Quello che emerge da questi testi riflette un mondo adul-
to che avrebbe molto da interrogarsi su quanto dicono i
bambini e le bambine: sulla univocità del Covid nel discorso
pubblico, sulle metafore utilizzate dagli adulti e che riecheg-
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