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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2010
Il gruppo Carcere e Città di Modena trova crescenti difficoltà nella propria attività di
volontariato nell’organizzare i colloqui con i detenuti, nel programmare attività ricreative,
sportive e culturali. Sono praticamente sospese, le possibilità di far incontrare il detenuto
con i figli o il coniuge, gli accompagnamenti in permesso. A causa del sovraffollamento
e la carenza di personale tutto il personale disponibile è utilizzato solo per la custodia.
Il carcere diventa così un luogo sempre più chiuso e invivibile. Sono rari i programmi di
reinserimento nella società civile e così le misure alternative alla detenzione. Anche
perché i magistrati di sorveglianza si trovano di fronte a cittadini sempre più sospettosi
perché disinformati delle reali situazioni di dolore e di disperazione dei detenuti. Ma
anche dei reali vantaggi che queste misure possono offrire sia per il ‘recupero’ dei
detenuti che per la sicurezza stessa della città.
La tragica situazione dei carcerati è sottolineata dai suicidi. Quest’anno ci sono stati in
Italia già sessanta suicidi e vari tentativi di suicidio, 20 volte maggiore rispetto alla
popolazione fuori.
A Bologna in Piazza Re Enzo è stata allestita il 22, 23, 24 ottobre una “copia” di cella
carceraria. All’iniziativa ha partecipato anche il gruppo Carcere e Città di Modena
fondato da Paola Cigarini Presidente della Conferenza Regionale Volontariato. I
numerosi cittadini che hanno visitato la ‘cella’, hanno potuto costatare direttamente
quanto sia difficile vivere in tre o quattro, di culture e lingue diverse, 22 ore su 24,
all’interno di una cameretta tre per due, dove la porta è chiusa e lo spazio vitale è ridotto
al minimo. Le tensioni aumentano, ogni cosa può diventare occasione di litigio. Una
donna di 36 anni nel carcere di S. Anna scrive: “…Mi sveglio al mattino col pensiero di
come sarò trattata, ormai mi sto trasformando, la mia cella è sempre più una gabbia da
cani. Troppo odio scorre nei corridoi, entra in noi cambiando tutto, la nostra bontà
l’educazione ricevuta, i valori. Tutto questo lascia un tremendo dolore interno”.. Vito
Zincani procuratore della Repubblica di Modena dopo aver visitato il carcere
concludeva: “Il carcere di S. Anna è una sorta di discarica sociale dove vengono relegate
quelle problematiche che non trovano spazio nella società” (Gazzetta di Modena 20-8-
10)
Modena civile e democratica deve finalmente prendere consapevolezza di questa
comunità della città e farsene carico.
Beppe Manni
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