Il progetto


Spazio IncontroPer organizzare percorsi educativi coerenti con i bisogni dei bambini dobbiamo partire da alcune parole chiave: degenza, malattia, percezione del proprio corpo malato.

La degenza è vissuta come elemento di rottura dell'esperienza di vita, si pone come fatto incomprensibile e violento che porta a rivedere l'intera rete di relazioni modificando il senso del tempo e dello spazio.

Il bambino è costretto a instaurare nuove relazioni, recuperare spazi di autonomia anche in ospedale, interiorizzare i nuovi ritmi della giornata. Tutto ciò comporta molto impegno.

La malattia viene percepita, spesso, come "qualcosa" di incomprensibile, ma con cui occorre fare i conti poiché modifica la globalità di un modo di essere e di porsi in relazione con gli altri e alle situazioni. Come rielaborare la malattia, come affrontarla e accettarla sono direzioni di lavoro importanti nel nostro progetto pedagogico.

La percezione del proprio corpo malato come diverso rispetto alla vita precedente con conseguenti crisi d'identità e perdita dell'autonomia è la condizione psicologica che vive il bambino in ospedale. Per questo motivo, le attività proposte come distrazioni o diversivo non bastano, occorre ricomporre la separazione tra corpo e terapia.

Le direzioni di lavoro individuate sono: la relazione con il personale sanitario, con i genitori, con i compagni; possibili riconquiste sul piano dell'autonomia; la conoscenza della giornata in ospedale; il raccordo con il mondo esterno che non scompare al di là delle routines ospedaliere.

È in questo ambito che acquistano spessore e significato le attività proposte: il gioco simbolico, le attività espressive, le narrazioni, le feste organizzate in occasione di Halloween, Natale e Carnevale... che servono a restituire un contesto di vita "normale".

Nel tempo, anche grazie alla collaborazione con esperti volontari e non, si sono individuati alcuni progetti specifici che si inseriscono nel lavoro quotidiano di base:

  • L'animazione musicale, nella stanza di Spazio Incontro o nelle camere dei bambini, con la partecipazione di un musicista dell'Istituto di Studi Musicali "Vecchi-Tonelli".
  • Laboratori di costruzione di vario tipo: burattini, materiale di recupero, pittura...
  • La narrazione e l'animazione di storie, filastrocche, poesie...
  • Spettacoli teatrali a cura di compagnie della città.

 

La formazione degli insegnati

L'identità professionale delle insegnanti che gestiscono Spazio Incontro si è, con il tempo e l'esperienza, distanziata dal classico ruolo di insegnate di scuola dell'infanzia. Alle educatrici è richiesto di essere attente e sensibili, capaci di rapportarsi con diverse fasce di età, di abbandonare l'idea di progetti educativi da costruire su tempi lunghi e con gruppi di bambini eterogenei, di affrontare con bambini e genitori temi come la paura, il dolore, la sofferenza.

Inoltre, la presenza dei genitori richiede la capacità di lavorare costantemente dentro una relazione triadica.

Si tratta di una professionalità specifica che richiede necessariamente di confrontarsi con la conoscenza delle patologie più diffuse nella realtà ospedaliera in cui si opera, con lo specifico bambino ricoverato, con strategie comunicative adeguate al contesto.

Per questo motivo le insegnanti partecipano, oltre al piano di formazione proposto ogni anno dal Coordinamento Pedagogico, anche a percorsi specifici condotti dalle psicologhe del reparto di oncologia pediatrica sulla supervisione dei casi.

 

 

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