Page 7 - Narrare i diritti
P. 7
MEENAL, UNA GEMMA PREZIOSA
Francesca Scalinci
Oggi è stato un giorno speciale. Oggi è un giorno di festa. Oggi ho ricevuto un nome.
Vi sembrerà strano, ma io, che ho quasi 11 anni, un nome ancora non ce l’avevo. In realtà c’è
un modo in cui mi chiamavano, ma è lo stesso nome che aveva mia sorella, mia cugina, la mia
migliore amica e tante, tante altre bambine del quartiere. Il nome è Nakusa e nella mia lingua
vuol dire “indesiderata, non voluta”. I miei fratelli, invece, un nome ce l’hanno sempre avuto,
eccome: Ganesh e Surajprasad.
Quando la mamma mi chiamava per andare a prendere l'acqua o fare il bucato, gridava:
“Naku!” E allora mi voltavo io, si voltava mia sorella e anche la mia vicina, se stava passando di
là. Quando parlavo con le mie amiche, per distinguerci l'una dall'altra, dicevamo: “la Naku col
naso lungo”, “la Naku coi piedi piatti”, “la Naku coi capelli crespi”. Naku non mi piace affatto, è
un non-nome, ha un brutto suono e un brutto significato. A volte mi fermavo a guardare i
manifesti del cinema e ammiravo le attrici coi loro costumi, il trucco e i loro bei nomi:
Ayshwarya, Sunita, tutte parole che ricordano cose belle e importanti come la bellezza, la forza,
i fiori o le dee.