Page 48 - Narrare i diritti
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Intanto il seme si trovava sempre più a suo agio nel coccio e cominciò a muovere le sue braccia e le

         sue gambe. Così spuntarono un esile fusto, rami come braccia, foglie come mani.

         Via via che i giorni passavano il piccolo seme diventava albero come un bimbo diventa uomo.


         L’albero nella stanza di Aida cresceva, ogni giorno di più.


         Aida aveva detto una sera a mamma e papà che aveva una sorpresa da mostrare, ma loro, senza

         ascoltare, avevano risposto distrattamente e poi si erano addormentati appollaiati sul divano grigio e

         marrone.


         Così il giorno in cui il tronco e i rami bucarono il soffitto e tutto il grande palazzo ne fu scosso come

         da un terremoto, Aida si attaccò all'albero  in un abbraccio che le mancava da tempo, volò fuori e

         sentì l’aria sul viso.


         L’amico uccellino si posò sulla sua spalla e chiamò gli altri uccelli che riempirono i rami sottostanti.


         Tutti intonarono un cinguettio e Aida fu veramente felice.  Finalmente poteva vedere il mondo

         che aveva sempre e solo intravisto dalla finestra. Lassù, appesa ai rami era finalmente nel cielo.


         Man mano che saliva vedeva la città rimpicciolire. Alzò le braccia e cominciò a fischiare unendosi al

         coro degli uccelli.


         Qualcuno laggiù, dalla strada, alzò il viso e salutò la bimba dai grandi occhi neri.

         Qualcuno si era accorto di lei.
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