Page 52 - Narrare i diritti
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Le due squadre si allinearono in campo con l’arbitro, i due guardalinee e gli allenatori. Tutti
applaudirono.
Il primo tempo iniziò. Giacomo sedeva in panchina, gli occhi lucidi e le mani intrecciate. Verso la
fine del primo tempo Luca lo chiamò per entrare in campo a sostituire un compagno. La mamma
osservò la scena. Vide la mano ferma e gentile di Luca posarsi sulla spalla di Giacomo,
sostenendolo e dirigendolo delicatamente verso il campo di gioco. Giacomo entrò in campo ma
rimase immobile, mentre il suo viso si arrossava ed altre lacrime presero a scendere. Pochi secondi
e Luca lo riaccompagnò in panchina rincuorandolo.
La palestra echeggiava degli incitamenti degli allenatori, degli applausi dei genitori e del vociare dei
bambini. Giacomo sedeva in panchina e la mamma percepiva il nervosismo e l’agitazione in ogni
suo più piccolo movimento.
Iniziò il secondo tempo. Passarono diversi minuti quando Luca riaccompagnò Giacomo in campo,
cercando per la seconda volta di convincerlo a giocare un pochino. Questa volta Giacomo fece
qualche passo, seguì le indicazioni del suo allenatore che parlava a voce alta dalla panchina e si
avvicinò alla porta avversaria durante un’azione di attacco della sua squadra. Non corse ma
camminò, esitando. Evitò il contatto con gli altri giocatori e non cercò la palla. Luca lo riaccompagnò
per la seconda volta in panchina dopo un paio di minuti.