Page 46 - Narrare i diritti
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AIDA



                                                                 Manuela Venturelli






         Aida viveva in una grande, grigia città, in un grande, alto palazzo dove non abitavano bambini. Solo


         adulti che andavano di fretta, correvano e parlavano ad alta voce salutandosi ogni tanto.

         La mamma e il papà di Aida lavoravano tantissimo, quando tornavano a casa erano stanchi. I loro

         occhi a volte sorridevano.


         Aida passava tutto il giorno da sola in quella grande casa, non andava ancora a scuola.  In quella

         grigia città non c’erano scuole, ma solo grigi ponti, grigie strade, grigie fabbriche con un pennacchio


         rosa che si poteva guardare da lontano trattenendo il respiro.

         Il suo piccolo naso era spesso schiacciato contro il vetro della finestra del suo appartamento, i suoi

         grandi  occhi  guardavano  su,    là  dove  c’erano  il  cielo  e  gli  uccelli  che  volavano  tutti  assieme,  a


         gruppi, formando delle macchie scure allungate come frecce.


         Aida  aveva  un  grande  desiderio,  avere  degli  amici.  Anche  uno  solo  sarebbe  bastato  a

         riempire il vuoto delle sue giornate.
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