Page 42 - Narrare i diritti
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LA CITTA’ DEL GIOCO
Barbara Boato
In un paese molto lontano viveva un bambino di sette anni che si chiamava Popy.
Abitava in una casupola sperduta in aperta campagna; intorno ad essa non c’era nulla, proprio
nulla… Solo immense distese di campi da coltivare.
I suoi genitori erano contadini così poveri che l’unico loro sostentamento era quello di guadagnare
un po’ di soldi dalla vendita di frutta e verdura.
Naturalmente essi chiedevano aiuto a Popy che doveva lavorare con fatica per quasi tutta la
settimana; riusciva ad andare a scuola solo al venerdì e, quello, era davvero un giorno speciale per
lui perché poteva finalmente incontrare Pupy, il suo grande amico del cuore.
Tornando a Popy, egli lavorava sodo tutto il giorno e non aveva mai tempo per giocare. La sera,
dopo cena, si rifugiava finalmente nella sua cameretta dove si divertiva ad accudire per finta un
piccolo fantoccio di legno che gli aveva costruito il suo papà.
Era proprio lì che, ogni sera, la sua mente lo faceva sognare ed immaginare un mondo popolato da
tanti bambini che si divertivano insieme; un mondo con una grande quantità di scivoli, altalene,
bambole, soldatini, macchinine e tutto ciò che potesse rendere felici i bambini.