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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2013

            Siete state d’accordo con le varie proteste che ci sono state in seguito a questo
            avvenimento? Come avete reagito a questo “caos mediatico” che vi ha travolti?
            G. «Io sono d’accordo con queste proteste, soprattutto con quella di sabato, quando alla
            seconda ora tutti noi studenti siamo usciti dalla scuola e siamo stati in giardino a
            discutere di questo e di tutti gli altri problemi dell’edificio. Apprezziamo il fatto che molti
            professori ci abbiano appoggiato».
            R. «Io sono stata al corteo che è stato organizzato lunedì 18, il quale si è diretto al
            comune passando per alcune scuole del centro, e secondo me è stata molto utile dato che
            la scuola era chiusa, siamo stati presi un po’ più sul serio. Per quanto riguarda le ulteriori
            proteste, come la manifestazione di mercoledì 20, sono state esagerate».
            Immaginiamo che tu, G., sia stata bombardata di domande. Qual è stato il rapporto con
            questo interesse mediatico nei tuoi confronti?
            G. «Ho rilasciato molte interviste a diverse redazioni e reti televisive, addirittura una a
            mezzanotte. Come sempre però tra i giornalisti ci sono quelli che sminuiscono la vicenda
            e quelli che la ingigantiscono, dipende da come la pensa ognuno di loro. Questo mi ha
            dato fastidio, soprattutto per quanto riguarda la scuola perché alcuni articoli mi sono
            sembrati vergognosi».
            E hanno riportato anche notizie false?
            G. «Sì, come la misura del pezzo di intonaco caduto: ho riferito che era decisamente più
            grande di 20 centimetri, ma in ogni articolo si ritrova sempre un diametro inferiore di
            quello reale».
            Qual è stata la reazione di genitori e amici?
            R. «Mia madre, che è rappresentante dei genitori, mi ha chiesto se la scuola aveva
            telefonato per scusarsi, e quando le ho detto di no non l’ha presa bene, non se lo
            aspettava».
            G. «Anche i miei genitori si aspettavano una telefonata da parte della preside. Inoltre il
            giorno dopo hanno incontrato il vicepreside, anche se avrebbero preferito parlare con la
            preside, per dei chiarimenti per di più non del tutto esaurienti».
            Parlateci del giorno seguente. Come vi sentivate?
            G. «Sabato non sono entrata a scuola, ho avuto una specie di blocco; ero stanca e ancora
            scossa dall’accaduto e come me anche altri nostri compagni. Nessuno di noi si sentiva
            sicuro nella classe».
            Infine, cosa pensate delle conseguenze frutto delle proteste (es. turni di lezioni al
            pomeriggio)?
            R. «Siamo soddisfatte, non vediamo motivo di lamentarci per i turni al pomeriggio. Era
            l’unica possibilità concretamente realizzabile».



                   Noemi Vetturini, Brenda Montefusco, Chiara Di Giammarino, Agata Patanè










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