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Articoli pubblicati nel blog VOCIDALBRANCO.IT - Anno 2010
Quello che io adoro di lui è la sua capacità di affrontare un argomento in tutti i suoi
aspetti e da tutti i suoi punti di vista, magari io riuscissi a farlo con la fotografia!
Quindi bisogna avere una certa cultura generale per fare questo lavoro?
No, secondo me la devi avere per imparare a pensare, una volta che hai imparato a
pensare puoi fare quello che ti pare. Se una persona utilizza una macchina fotografica o
qualunque altra cosa fin da bambino ma non ragiona su quello che vuole trasmettere,
probabilmente diventerà bravo, mentre chi è cosciente di quello che che ha davanti anche
se comincia più tradi avrà sicuramente gli strumenti più adatti per andare avanti.
Nella mia personale esperienza lo studio della fisica e l’amicizia mi hanno aiutato
tantissimo, la prima insegnandomi a ragionare, gli amici mettendomi sempre in un
confronto costruttivo. Come dicevo prima l’Erasmus come esperienza è estremamente
formativa perchè devi partire e lasciare tutto, cercare di ricostruire tutto con persone
estremamente diverse, e quando ti accorgi di esserci riuscito, ne rimani molto soddisfatto.
Quindi tu conosci anche molte lingue?
So il francese, anche se dovrei riprenderlo, l’inglese, capisco lo spagnolo, e poi
viaggiandoviaggiando tra israele e palestina comincio a conoscere qualche espressione in
arabo e in ebraico grazie alle quali riesco a sentirmi sempre un po’ a casa.
Aneddoto della tua carriera.
Ne racconto due uno fastidioso e uno divertente. Il primo quello scocciante è che per
andare nella striscia di Gaza bisogna passare per Israele e lì hanno dei controlli ferrei su
tutto. Quando arrivi in aeroporto, se hanno il minimo sospetto che tu sia un pacifista o
un giornalista, o comunque propalestinese, ti fanno un interrogatorio di ore, e utilizzano
un qualunque cavillo per trattenerti e rimandarti indietro.
La cosa brutta è che soprattuto le prime due volte che non ero abituato, non dico di aver
mentito sulle mie intenzioni ma sicuramente ho ammortizzato: dicevo che ero lì perché
avevo la passione per la fotografia, che volevo fare un giro per la Palestina ed Israele ma
chiaramente non dicevo che volevo andare nella Striscia di Gaza. Questa è una cosa che
mi ha sempre dato tremendamente fastidio: perché dovrei vergognarmi di andare a fare
qualcosa come documentare con i miei occhi. L’altro aneddoto quello divertente è che
mi hanno “arrestato” in Perù per una ventina di minuti: ero con un gruppo di persone in
Brasile , c’era un ponte e per passare la dogana bisognava attraversarlo quindi io mi
trovavo a seicento metri dalla dogana , in questo piccolo spazio c’era un piccolo villaggio.
Insomma avevo deciso di scattare lì qualche foto e proprio mentre stavo fotografando è
arrivato un poliziotto che mi ha detto “è vietato scattare delle foto alla stazione di
polizia” io ho risposto “sì, sì lo so infatti non l’ho fotografata”. Poi lui ha insistito e mi
ha chiesto il passaporto, lo guarda e dice “Ahhh!! tu sei entrato illegalmente qui, sei un
clandestino, dov’è il timbro del Perù?” insomma capii subito che voleva solo dei soldi ma
io non volevo darglieli. Allora ho chiamato una mia amica che parlava bene la sua lingua
e quando gli fu chiaro che non c’era storia e che non gli avrei dato nemmeno un
centesimo smise e se ne andò.
Quando e dove possiamo trovarlo qui a Modena?
Il 15 Maggio ci sarà l’inaugurazione di “Gemine: Muse”, dove ci saranno due mie foto
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