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Articoli pubblicati nel blog  VOCIDALBRANCO.IT  - Anno 2010


            libri di storia difficilmente parlano di personaggi importanti come Falcone o Borsellino.”
            -Cosa significa essere un giornalista che difende la legalità?.
            “Innanzitutto fare bene il proprio mestiere, dare le notizie senza nascondere nulla.
            Specifichiamo, noi non siamo dei giudici, dei martiri o dei tribuni: siamo dei cronisti che
            narrano dei fatti. Il nostro compito è quello di dare informazione. Per fare il giornalista
            non devi essere spinto dalla verità. Noi raccontiamo episodi, li proponiamo al lettore
            che, leggendo, si crea la propria opinione. Spetta a lui interpretare la notizia.
            Noi non creiamo opinioni, dovete sapere che, quando  ce ne è data la possibilità,
            andiamo anche ad intervistare persone condannate. Proprio per proporre diversi punti di
            vista e per conoscere la strada intrapresa da questi.
            Comunque non è semplice in Italia fare il giornalista. Siamo in un paese strano, dove è
            difficile trovare degli editori “puri” che non siano spinti da interessi.
            A Milano, come in altre città,  la maggior parte delle cronache viene censurata, con la
            scusa che alla gente non interessa, quando invece abbiamo film e libri come Gomorra
            che hanno riscontrato un vasto successo.
            Bisogna ricordare che c’è anche  il timore di parlare di questi argomenti in particolare,
            quando sono coinvolti imprenditori e politici ed i rapporti  sono tutt’altro che limpidi.
            Purtroppo questa censura crea ignoranza sulla mafia.”
            -Quali sono i rischi a cui si va incontro?
            “Al Nord, per fortuna, c’è maggior libertà. La più grande preoccupazione è la querela.
            Niente in confronto a tutti i giornalisti uccisi al Sud, che hanno “detto troppo”.
            A Milano, la situazione è questa: una delle persone arrestate fa arrivare al giornalista una
            querela, per vari motivi, ad esempio che ha romanzato sull’articolo ecc…Il reo deve poi
            giustificare quello che ha scritto con l’aiuto di un avvocato, che giornali importanti
            riescono a mettere a disposizione.
            La cosa diventa più problematica nel caso dei giornali locali con fondi più limitati.
            Solitamente il giornalista viene assolto, ma dopo tre-quattro anni. Gli avvocati
             rappresentano una spesa non certo indifferente per il giornale.  Per questo,  dopo la
            seconda querela, il direttore ti prende in un angolo e ti propone di occuparti di un altro
            argomento, ad esempio lo sport.
            Se ogni dieci articoli scritti il giornalista (spesso ancora giovane ed inesperto) riceve una
            querela il giornale non può continuare a sostenere le spese legali.
            Purtroppo in questo modo il mafioso se ne continua a stare in un certo senso
            “tranquillo”.
            Vi ricordo che con l’avvento di internet e la nascita dei blog, è facile che arrivino anche lì
            delle querele. Perciò prima di parlare male di una persona, prestate molta attenzione!.”


                                                                                           Sara Hamouda
                                                                                                 C.Sigonio








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